Superstar
di Gloria Satta

Kim, Beppe e quelle fiction di qualità
che tengono alto l'impegno civile

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Lunedì 15 Maggio 2017, 14:46
Sono rimasta molto colpita dall'ottima serie di RaiUno “Maltese - Il romanzo del commissario”, con Kim Rossi Stuart nella parte di un coraggioso poliziotto che ricorda Ninni Cassarà, assassinato dalla mafia nel 1985. E aspetto con ansia, il 29 maggio, la messa in onda del film di Fiorella Infascelli “Era d’estate”  che ricostruisce,  protagonisti i bravissimi Beppe Fiorello e Massimo Popolizio, l’estate del 1985 in cui i giudici-eroi Borsellino e Falcone si blindarono con le rispettive famiglie nell’isola sarda dell’Asinara per scrivere l’istruttoria del maxi-processo contro Cosa Nostra che sette anni dopo li avrebbe eliminati entrambi.
A proposito di Fiorello, seguo sempre con interesse le fiction d’impegno civile interpretate da questo attore di grande carisma e pari talento che il provincialissimo e miope cinema italiano snobba ingiustamente. Da “L’uomo sbagliato” a “La vita rubata”, da “L’angelo di Sarajevo” a “Io non mi arrendo” fino a “I fantasmi di Portopalo”, le miniserie di cui è protagonista Beppe denunciano le ingiustizie, condannano il crimine, rievocano episodi di cronaca italiana, rendono omaggio a personaggi coraggiosi che si sono distinti nella lotta contro l’illegalità e gli abusi.
Così, in materia d’impegno civile e denuncia, salta gli occhi il fatto  che la televisione – almeno, la buona televisione – abbia ormai preso il posto del cinema che dopo i gloriosi anni Settanta ha rinunciato alla presa diretta sulla realtà e abbandonato ogni tensione morale e politica per rifugiarsi nell’evasione.
Oggi, in un mercato cinematografico ingolfato dalle commedie, a maggioranza inutili o dimenticabili, a ricordarci in che Paese viviamo e da dove veniamo per fortuna ci sono le fiction di qualità. Con buona pace di chi storce il naso, considerandole nazional-popolari, queste fiction onorano il servizio pubblico.  E, nella tv consegnata ai format ripetitivi o addirittura trash, rappresentano uno dei pochi motivi rimasti a giustificare il pagamento del canone.
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