Chieti, la casa non è sua: le chiedono la Tari due volte in tre anni

Chieti, la casa non è sua: le chiedono la Tari due volte in tre anni
di Gianluca Lettieri
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Venerdì 12 Maggio 2017, 11:36
La signora Maria Z. di Chieti è morta nove anni fa. Per Teateservizi sua figlia, Rosaria, deve pagare 357 euro di Tassa rifiuti (Tari) perché avrebbe ereditato un appartamento in viale Unità d’Italia, a Chieti scalo. Ma c’è un dettaglio, e neanche tanto piccolo, che è sfuggito all’azienda di riscossione del Comune: la signora Maria non è mai stata proprietaria di quell’immobile in zona Madonna delle Piane, dunque è impossibile che sia stato ereditato da Rosaria. Un immobile di cui, fino a qualche anno fa, la Totaro non sapeva neppure l’esistenza. E invece quei «123 metri quadrati ad uso domestico», «con tre occupanti», sono diventati una sorta di incubo che, di tanto in tanto, la costringono a lottare contro la burocrazia. Così Rosaria, che vive a Pescara, qualche giorno fa ha trovato un bel regalo nella cassetta della posta: la bolletta “pazza” del Comune. «È un caso di omonimia», spiega la Totaro.

Ma andiamo con ordine. Nella lettera di Teateservizi sono riepilogate le modalità di pagamento, che può essere effettuato in un’unica soluzione o in cinque rate. In realtà già nel 2014 Rosaria aveva ricevuto una bolletta “pazza” sempre per lo stesso appartamento. «Andai alla Teateservizi e mi dissero: “Intanto paghi, poi si vedrà”. Ma raccontai la mia storia al giornale: il giorno dopo l’azienda mi chiamò e la cartella venne annullata, perché c’era un’omonimia», dice la Rosaria, mostrando quella bolletta. A distanza di tre anni, ne è arrivata un’altra. «Possibile che nessuno abbia aggiornato il sistema per inviare le bollette? Possibile che sia costretta nuovamente a passare intere giornate alla Teateservizi per vedere riconosciuto un mio diritto, ovvero quello di non pagare le tasse per un appartamento che, per quanto mi riguarda, è come se non esistesse?», si chiede Rosaria. La donna, per dimostrare di non avere nulla a che fare con quella casa, si è rivolta al catasto: non risulta assolutamente nulla a nome della madre. Basterà per farsi annullare la seconda bolletta “pazza” ed evitare di riceverne altre?
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