Regione Lazio, pubblicata la Bibbia del termalismo viterbese: ecco l'acqua disponibile per ogni stabilimento

Una sorgente termale
di Massimo Chiaravalli
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Mercoledì 8 Marzo 2017, 12:56
Viene considerata la Bibbia del termalismo. In 80 pagine illustra scientificamente come la risorsa idrica può essere sfruttata. La Regione Lazio ha pubblicato l’aggiornamento dello studio Piscopo, dal nome del responsabile scientifico che lo ha redatto. Dentro c’è tutto: dalla foto dello stato attuale alle ipotesi di sviluppo, fino alla successiva attività di monitoraggio. E’ su questo che poi si deciderà quanta acqua dare a chi, anche se la strada è già tracciata perché la forbice è stretta.

“Studio su ipotesi operative di utilizzo delle risorse idriche del sistema idrotermale dell’area viterbese e programmazione dei relativi metodi e tecniche di monitoraggio”, ecco il risultato del gruppo di lavoro formato da sei persone e guidato dal geologo Vincenzo Piscopo. La premessa è che «le acque afferiscono ad un unico sistema idrogeologico», come dimostrano i lavori al pozzo San Valentino, che hanno praticamente azzerato il Bullicame: è una specie di sistema a vasi comunicanti. Lo studio propone quindi un piano operativo di utilizzo. E qui si entra nei numeri. «Il prelievo annuo di acque termali mediante i pozzi delle concessioni – si legge - non deve superare una portata media di circa 70 litri al secondo, almeno nella prima fase di attuazione del piano».

Il bacino viene diviso in tre settori. C’è quello meridionale, dove si trovano i pozzi della concessione Paliano: attualmente eroga 9 litri, la stima di utilizzo varia da 15 a 20. E’ quanto potrebbe ottenere il nuovo stabilimento. Il settore centrale comprende i pozzi di Terme dei Papi, ex Inps e Salus. Ad oggi l’utilizzo è di 27 litri più 9 delle Zitelle, la previsione di sfruttamento dello studio è fra 35 e 41. Infine quello settentrionale, che include i pozzi Bagnaccio, Oasi e Bacucco: teoricamente potrebbero erogare 10 litri ciascuno, ora invece Bacucco ne eroga 6, gli altri 2 in totale, mentre la stima del piano è di 14-15.

Per migliorare la situazione si propongono anche alcuni interventi, tra cui la cementazione del pozzo San Valentino (per salvare il Bullicame), il ripristino del pozzo S.Albino (per alimentare le Terme Salus) e del Gigliola (con una elettropompa per il prelievo delle acque termali, che restituirebbe vita alle ex Inps).

I prelievi avranno un’influenza sul bacino, calcolata sia a breve termine che nell’arco di 20 anni. Ovviamente è previsto anche un sistema di monitoraggio, tramite sonde e misuratori: «I risultati costituiranno la base per l’eventuale revisione periodica» del piano.
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