Superstar
di Gloria Satta

X Factor, una vera rivoluzione
che fa invecchiare Sanremo

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Venerdì 16 Dicembre 2016, 15:18 - Ultimo aggiornamento: 15:19
Anche quest’anno non mi sono persa su Sky una sola puntata di “X Factor”, una delle trasmissioni tv che considero meglio riuscite. Non vado pazza per i talent, anzi non li amo affatto, ma in questo caso la definizione del programma è più che pertinente: è indubbio - anche se ancora da raffinare - il talento dei concorrenti, affascina la conoscenza della musica dei giudici (grazie, Sky, per averci fatto conoscere da vicino Manuel Agnelli), funziona alla perfezione il presentatore Alessandro Cattelan. Per non parlare dell’impianto spettacolare, curato da Luca Tomassini che ad ogni puntata ha costruito degli autentici capolavori.
Sono contenta che abbia vinto il gruppo dei Soul System, un concentrato di energia, passione e divertimento, e auguro buona fortuna agli altri finalisti: Eva, Roshelle e Gaia se la meritano, perché sono bravissime, autentiche rivelazioni destinate ad andare lontano.
Ma di fronte alla riuscita totale di “X Factor 10”, una trasmissione che ha rivoluzionato sotto tutti i punti di vista le gare canore in tv (anche grazie al coinvolgimento massiccio dei social), mi domando che senso ha fare ancora Sanremo. Con le sue vecchie conoscenze (i big sono sempre quelli), la competizione sotterranea e feroce dei discografici, la formula stanca bravo-presentatore-concorrenti-superospiti-comici, il Festivalone è quanto di più obsoleto e inutile si possa immaginare. Senza contare che costa un occhio della testa a noi contribuenti che continuiamo a pagare il canone.
Mancano ancora due mesi, ma già il tormentone mediatico è cominciato. Io so già che farò durante le serate di Sanremo: andrò a mangiare una pizza, ascolterò un concerto o guarderò un film. Magari mi rivedrò le puntate registrate di “X Factor”: sempre più divertenti di un Festival che non è più al passo con i tempi e farebbe bene ad andare in pensione.
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