Trump, via l'Obamacare e sullo stop ai musulmani è dietrofront

Trump, via l'Obamacare e sullo stop ai musulmani è dietrofront
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Venerdì 11 Novembre 2016, 08:18 - Ultimo aggiornamento: 08:19
WASHINGTON - La giornata della riconciliazione a Washington, non solo alla Casa Bianca. Donald Trump è atterrato per la prima volta da presidente eletto nel fortino della politica che è stato bersaglio della sua inarrestabile corsa e sfida all'establishment.

RILUTTANTE
È salito però adesso sulla collina del potere da leader di quello stesso partito che fino alla fine è stato riluttante ad accettarlo, ma al quale ha regalato una solida maggioranza al Congresso. Ed è da qui che i repubblicani devono ripartire per tentare di ridefinire i propri connotati. Perché prima di tutto hanno prevalso Donald Trump e quel movimento cui rivendica di aver dato voce. Prevalso sull'ortodossia repubblicana che non è riuscita ad esprimere una valida proposta alternativa. Allora l'imperativo è ricucire ma anche cambiare pelle.

Gran parte di questo impegno pesa sulle spalle dello speaker della Camera Paul Ryan, proprio lui che fino alla fine si era rifiutato di allinearsi al candidato indigesto. Ebbene Ryan ha ricevuto Trump al Congresso, da padrone di casa gli ha mostrato la vista migliore da Capitol Hill e guidato il presidente eletto lungo i corridoi e nelle stanze della politica di cui il businessman durante la campagna elettorale si era vantato di essere digiuno. Ora non può più. Così i due si sono scambiati le prime promesse impegnandosi a «muoversi rapidamente» sul fronte della riforma delle tasse e sulla sanità. L'abolizione dell'Obamacare è una delle prime promesse elettorali di Trump. Una partenza soft quindi, da temi su cui c'è sintonia, ma per gettare le basi di un rapporto nuovo e forse di un partito diverso. L'ipotesi più accreditata è che l'incontro avvenga a metà strada, con Trump presidente chiamato a smussare alcune delle proposte urlate in campagna elettore (la controversa proposta di bandire l'ingresso ai musulmani negli Usa è scomparsa dal sito del presidente eletto a meno di 24 ore dalla vittoria) e l'establishment del partito chiamato a prendere in seria considerazione il messaggio forte e chiaro uscito dalle urne e riconnettersi con la base e con quella fetta dell'elettorato che ha scelto di affidarsi ad una voce nuova perché da Washington non si sentiva più né ascoltata né rappresentata.

PIENO CONTROLLO
Del resto è un'occasione unica per il Grand Old Party che con il pieno controllo sia del ramo esecutivo che di quello legislativo può davvero dare nuova forma al Paese e spingere con forza un'agenda conservatrice, a partire da leggi più rigide sull'immigrazione, attraverso la riforma fiscale e con la revoca dell'Obamacare a fare da apripista.