Roma, allarme conti in Giunta e la Raggi fa mea culpa: «Partecipate, sì ai privati» `

Roma, allarme conti in Giunta e la Raggi fa mea culpa: «Partecipate, sì ai privati» `
di Simone Canettieri e Mauro Evangelisti
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Venerdì 7 Ottobre 2016, 08:23

Nel giorno del Raggi Bis ma anche in quello del mea culpa («In questi primi mesi abbiamo avuto qualche difficoltà», ammette la sindaca in Aula) gli ultimi arrivati in giunta si presentano con messaggi chiari. Andrea Mazzillo, il terzo assessore al Bilancio in poco più di 100 giorni, ammette: «I conti non sono in ordine, soprattutto per quanto attiene i rapporti tra l'ente centrale e le partecipate». Che in soldoni sono 1,2 miliardi di debito finanziario sulle spalle del bilancio comunale nelle partite creditorie e debitorie con le società del gruppo Roma Capitale (debiti a cui vanno aggiunti i 13 miliardi della gestione commissariale). Le affermazioni di Mazzillo si legano con quelle del collega Massimo Colomban, nuovo responsabile delle partecipate che punta all'«efficientamento» delle socità senza escludere «l'ingresso dei privati». L'attenzione va subito alle grandi sorelle malate Ama e Atac. Al momento non ci sono piani specifici, ma dal Raggio magico ammettono che in queste ore sono allo studio diverse soluzioni per esternalizzare alcuni segmenti della municipalizzata che si occupa della nettezza urbana.

ANOMALIE
Discorso diverso per le società di secondo livello destinate a essere liquidate così come da piano di rientro, «che rimane in vigore e non è a rischio» ha assicurato Mazzillo in consiglio comunale, dove non si è risparmiato nemmeno un ping pong dialettico con Michela Di Biase. L'assessore: «Le anomalie dei conti sono anche colpa del Pd». La democrat: «Ma noi non eravamo compagni di partito? Vedo che ci ha messo poco a dimenticare i suoi trascorsi...». Ma la giornata di ieri ha avuto anche la voce di Virginia Raggia. La sindaca per la prima volta pubblicamente ha ammesso le difficoltà di questi cento giorni. E non ha liquidato la crisi del Campidoglio come la volta precedente (gli addii di Minenna & co. li spiegò in 73 secondi). Questa volta non è stato così. Prima ha spiegato: «Sarebbe ipocrita negarlo: in questi primi mesi abbiamo avuto qualche difficoltà. Tuttavia, le difficoltà ci hanno aiutato a crescere, perché le difficoltà o abbattono o aiutano ad andare avanti». Errori di noviziato, per la grillina. Che ha aggiunto: «È chiaro, nessuno di noi tranne pochi che erano stati all'opposizione, aveva mai fatto questo fino ad ora, ma stiamo affrontando tutto questo con grande determinazione».
La presa di coscienza della sindaca ha dato il destro a Marcello De Vito, presidente del consiglio comunale. «Alcune cose potevano essere fatte meglio. Se siamo arrivati al completamento della giunta a ottobre - è stato il ragionamento del pentastellato - è chiaro che alcuni errori ci possono essere anche stati».

IL REBUS
Ma è la partita delle nomine a tenere ancora banco. Tra i pezzi mancanti c'è sempre il capo di gabinetto: un ruolo per il quale è uscito il nome di Marco Agostini, storico attivista M5S. Ma alcuni insider grillini vedrebbero dietro alla mancata nomina il veto della deputata Roberta Lombardi. Lettura che la diretta interessata smentisce: «Non sono a conoscenza delle nomine, su cui comunque non potrei mettere veti essendo una sua esclusiva responsabilità». Inoltre, continua Lombardi, «conosco Marco Agostini, abbiamo un ottimo rapporto se fosse lui il prescelto gli faccio i migliori auguri».
 
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