Chiesto l'ergastolo per De Santis, l'ultrà giallorosso che uccise il tifoso del Napoli

Chiesto l'ergastolo per De Santis, l'ultrà giallorosso che uccise il tifoso del Napoli
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Martedì 19 Aprile 2016, 14:08 - Ultimo aggiornamento: 20 Aprile, 16:00

Quello messo in atto da Daniele De Santis il 3 maggio di due anni fa fu un «vero e proprio agguato» ai tifosi del Napoli. Una azione che si concluse con il ferimento e la successiva morte di Ciro Esposito e che oggi è costata a 'Gastonè la richiesta di ergastolo. L'ultrà giallorosso sparò due colpi di pistola verso Esposito nel corso degli scontri avvenuti nella capitale nel prepartita della finale di coppa Italia tra Napoli e Fiorentina il 3 maggio 2014. Alla richiesta dei pm Eugenio Albamonte e Antonino Di Maio, De Santis ha risposto con urla polemiche. «L'ergastolo me lo do da solo. Non me lo date voi. Non ho paura di morire, buffoni», ha gridato in direzione dei magistrati mentre veniva portato, ancora in barella, fuori dell'aula bunker di Roma.


Mentre per la madre di Ciro Esposito, Antonella Leardi «la richiesta di ergastolo deve essere un monito, non è una questione di soddisfazione, io ho perso mio figlio e nessuno me lo ridarà ma chi esce per uccidere ci deve pensare due volte». La donna, in aula, ha detto di non aver ascoltato le parole di De Santis, «i miei occhi non erano rivolti verso di lui. Guardavo altrove, poco l'ho guardato e poco mi interessa». La Procura ha, inoltre, sollecitato una condanna a tre anni di reclusione per gli altri due imputati, i due tifosi napoletani accusati di rissa aggravata: Gennaro Fioretti e Alfonso Esposito. I due facevano parte del gruppo che, con Ciro Esposito, si avventarono contro «Gastone» ferendolo gravemente ad una gamba. Nel corso della requisitoria i pubblici ministeri hanno affermato che «De Santis ha agito per tendere un vero e proprio agguato ai napoletani».

Ricostruendo le drammatiche fasi degli scontri, avvenuti nella zona di viale di Tor di Quinto, poco distante dallo stadio Olimpico, i pm, citando numerose testimonianze, hanno sostenuto come De Santis, dopo aver preso d'assalto con il lancio di due petardi un pullman carico di tifosi napoletani e averli invitati a scendere gridando «scendete, vi rompo, vi ammazzo», sarebbe fuggito in direzione del Ciak Village inseguito dal gruppo di Esposito. De Santis fu coinvolto in una rissa. A suo dire fu colpito dal calcio di una pistola che aveva un tifoso del Napoli. Secondo una perizia svolta dal Ris fece fuoco, nel corso della colluttazione, in direzione dei tifosi del Napoli dopo essere stato raggiunto da alcune coltellate all'addome, «sopraffatto dagli aggressori», scrivono i periti.

Il colpo partì dalla pistola nel corso della rissa scoppiata nel viottolo di accesso al Ciak dove «Gastone» viveva in quanto custode. Uno dei proiettili perforò il polmone di Esposito per andarsi a conficcare nella colonna vertebrale. Lesioni che apparvero subito gravissime al punto che se Ciro si fosse salvato avrebbe comunque rischiato di rimanere paralizzato. La battaglia per la vita di Esposito durò 53 giorni. Una lunga agonia durante la quale il tifoso del Napoli riuscì anche a «identificare» l'autore degli spari descrivendolo come «il chiattone». Parole che portarono subito a De Santis.

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