Bruxelles, rilasciato il reporter Cheffou: non era lui l'uomo col cappello

Bruxelles, rilasciato il reporter Cheffou: non era lui l'uomo col cappello
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Lunedì 28 Marzo 2016, 11:39 - Ultimo aggiornamento: 29 Marzo, 08:46

Fayçal Cheffou, il reporter che si pensava fosse l'uomo con il cappello filmato accanto ai kamikaze all'aeroporto di Zaventem di Bruxelles, è stato rilasciato per mancanza di prove. Il giornalista freelance resta incriminato per tutti i capi di accusa che gli erano stati contestati, ovvero: partecipazione ad attività terroristiche, omicidio e tentato omicidio terrorista. Lo riportano i media belgi.

Gli arresti
La procura belga ha confermato gli arresti per altri tre terroristi. Si tratta di Yassine A., Mohamed B. e Aboubaker O., fermati nei raid di giovedì scorso a Bruxelles e ad Anversa. Intanto sarebbe ancora aperta la caccia all'uomo con il cappello, il terzo sospetto terrorista che compare nelle foto degli attentatori di Zaventem. Gli inquirenti hanno postato un video sul proprio sito chiedendo a tutti di informare nel caso in cui venga riconosciuto. Nei giorni scorsi, i media avevano identificato l'uomo con il giornalista freelance Faycal Cheffou, tra gli arrestati giovedì scorso.

«La polizia - si legge nel comunicato degli inquirenti belgi - sta cercando di identificare l'uomo. Egli è sospettato di aver commesso l'attentato all'aeroporto di Zaventem martedì, 22 marzo 2016. Se riconoscete questa persona o se disponete di informazioni riguardo all'attacco, si prega - conclude il messaggio postato sul sito web della Polizia federale - di contattare gli investigatori tramite il numero verde 0800 30 300. Discrezione assicurata». Sotto la breve nota, dal titolo "Sospetto da identificare", è postato un video lungo 32 secondi in cui si vede l'uomo "con il cappello" camminare a fianco dei due altri sospetti kamikaze, spingere il carrello dei bagagli, ripreso da una telecamera a circuito chiuso dell'aeroporto di Zaventem pochi attimi prima delle esplosioni.

Rubata identità a ex calciatore dell'Inter
Khalid El Bakraoui, l'attentatore della metro di Bruxelles, ha usato l'identità dell'ex calciatore dell'Inter Ibrahim Maaroufi per affittare un appartamento divenuto un covo del commando delle stragi di Parigi. Lo affermano fonti di Sky TG24 HD, Khalid El Bakraoui è transitato dall'Italia a fine luglio 2015, prima di raggiungere Atene. Poco più di un mese dopo, il 3 settembre, come si legge in una nota della procura belga, El Bakraoui ha affittato per la durata di un anno un appartamento in Rue de Fort a Charleroi sotto un falso nome, quello di Ibrahim Maaroufi, nato a Bruxelles il 18 gennaio 1989. Il 9 dicembre dello scorso anno la polizia belga ha effettuato una perquisizione. Nell'abitazione gli agenti non hanno trovato nè armi nè esplosivo, ma le impronte digitali della mente delle stragi in Francia Abaaoud e di Bilal Hadfi, il giovane terrorista che si è fatto esplodere a Parigi all'esterno dello Stade de France. Maaroufi, calciatore belga naturalizzato marocchino, dal 1 dicembre 2015 è in forza al Fc Schaerbeek la squadra del quartiere in cui vivevano i fratelli El Bakraoui. Ha disputato due stagioni all'Inter con cui ha collezionato 6 presenze tra coppa Italia e serie A.

Guanti con tracce di esplosivo
Due guanti, ambedue per la mano destra e con tracce di esplosivo, sono stati trovati su un autobus di Bruxelles. Lo scrive il Wall Street Journal online citando fonti ufficiali Usa, secondo le quali potrebbe trattarsi dei compagni di quelli utilizzati dai kamikaze dell'aeroporto di Zaventem martedì 22 marzo. Secondo il Wsj, gli inquirenti stanno tentando di determinare se sono stati abbandonati su un autobus dal terzo attentatore non ancora identificato, l'uomo col cappello che si vede sui filmati delle telecamere di sicurezz


Le vittime
Intanto altri quattro pazienti sono morti negli ospedali di Bruxelles, per cui il bilancio delle vittime degli attentati di martedì sale a 35. Lo rende noto il ministero della Salute su Twitter. Delle vittime dell'attentato del 22 marzo, finora 28 sono state identificate, mentre altre famiglie vivono ancora l'angoscia per i loro cari, in attesa dell'analisi del Dna. Il bilancio aggiornato non tiene conto dei tre attentatori suicidi. 

Al momento, si contano, fra le vittime identificate, 15 morti all'aeroporto di Zaventem e 13 nella metro di Maelbeek. Per quanto riguarda il primo gruppo, sei sono belgi e nove di altri Paesi (americani, olandesi, svedesi, tedeschi, francesi e cinesi). Per quanto riguarda le vittime nella metro, 10 belgi, una italiana, Patricia Rizzo, una svedese e una inglese. 



 

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