Roma, falsi incidenti e ferite inventate: così quattro studenti universitari truffavano l'assicurazione

Roma, falsi incidenti e ferite inventate: così quattro studenti universitari truffavano l'assicurazione
di Michela Allegri
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Domenica 7 Febbraio 2016, 10:05 - Ultimo aggiornamento: 8 Febbraio, 13:16

Un imbroglio escogitato per riempire il portafoglio e progettato durante gli anni dell'università, quando a finanziare sfizi, vacanze e serate in discoteca erano ancora i genitori. Quattro giovani romani in cerca d'indipendenza economica hanno tentato di mettere a segno un colpo maldestro: inscenando un incidente stradale, con tanto di referti medici “taroccati” alla mano, hanno chiesto il conto, in termini di risarcimento danni, alle proprie compagnie assicurative. All'epoca dei fatti, avvenuti nel 2011, i componenti della banda avevano tra i 20 e i 25 anni. Ora, a distanza di tempo e dopo aver terminato gli studi, hanno le spalle appesantite da una richiesta di rinvio a giudizio per falso e truffa.
Il pm titolare del fascicolo, Giovanni Musarò, contesta il reato di fraudolento danneggiamento dei beni assicurati, che prevede sanzioni per «chiunque, al fine di conseguire per sé o per altri l'indennizzo di un'assicurazione o un vantaggio derivante da un accordo, distrugga, disperda, deteriori od occulti cose di sua proprietà, falsifichi o alteri una polizza o la documentazione richiesta per la stipulazione di un contratto», recita il codice penale. La pena prevista va da uno cinque anni. La Procura ha recentemente chiesto il processo per i quattro imputati. Ora, la decisione passa nelle mani del gup Claudio Carini che, al termine dell'udienza preliminare, deciderà se spedire i giovani a processo. Le compagnie assicurative, Cattolica e Axa Assicurazioni, si sono costituite parte civile con l'avvocato Gaetano Scalise.
 

L'IMBROGLIO
La denuncia delle aziende è datata luglio 2013. I fatti, invece, risalgono al 2011. È il 22 di maggio, i quattro amici sono in cerca di un po' di denaro extra in vista dell'estate. D'improvviso, hanno un “lampo di genio”. Decidono di mettere in scena un finto sinistro stradale, con tanto di lesioni e terapie mediche annesse, per poi battere cassa allo sportello delle compagnie assicurative con cui hanno stipulato un contratto. L'incidente, però, è totalmente fasullo: avviene solo sulla carta. Nella denuncia presentata alla Cattolica e all'Axa si legge che l'auto di marca Peugeot condotta da uno degli imputati si è scontrata violentemente con la Renault su cui viaggiano gli altri tre componenti della banda. I ragazzi, poi, falsificano una sfilza di certificati medici, autodiagnosticandosi lesioni e annesse terapie riabilitative inesistenti. Nello specifico, i giovani allegano alla richiesta d'indennizzo due referti di pronto soccorso del policlinico Umberto I, una copia di relazione di visita del medico legale, un referto di ecografia, un elenco di fatture per terapie compiute e per accertamenti diagnostici effettuati presso costosi studi radiologici. Le compagnie, però, fanno un accertamento, si accorgono dell'imbroglio e sporgono denuncia. La Procura contesta ai ragazzi di aver agito «con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, in concorso tra loro, al fine di conseguire l'indennizzo da parte delle rispettive compagnie». I quattro, per il magistrato, avrebbero «indotto in errore le società per procurarsi un ingiusto profitto, con corrispondente danno patrimoniale delle aziende».
 
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