Unioni civili, Renzi blinda la legge: patto nel Pd e dopo il Senato non si cambia più

Roma, la manifestazione per le unioni civili al Pantheon (Foto di cecilia Fabiano - Toiati)
di Marco Conti
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Domenica 24 Gennaio 2016, 09:47 - Ultimo aggiornamento: 19:59

Portare a casa le unioni civili vale molto più dell'adesione del Pd ai socialisti europei, degli 80 euro dati ai redditi bassi o del taglio degli stipendi dei manager pubblici. Anche se la legge porta il nome della Cirinnà, per Matteo Renzi resterà nella storia della legislatura come la cosa «più di sinistra» fatta negli ultimi vent'anni da un governo di centrosinistra. Un successo maturato laddove non hanno tentato o non sono riusciti i governi Amato, D'Alema e Prodi. Ne è convinto il presidente del Consiglio che mentre sfila il governo dalla contesa, organizza - in qualità di segretario del Pd - le truppe al Senato coordinandole con quelle della Camera. E così, con un emendamento-canguro a palazzo Madama e un accordo-blindato a Montecitorio per non toccare nulla, la legge dovrebbe venire alla luce nella prima decade di febbraio.
 
GIOCO
Come era prevedibile il testo messo a punto dalla senatrice Cirinnà ha retto alla prova delle correzioni ed è arrivato in aula nella sua formulazione originaria. Non perchè sia il testo migliore, per il presidente del Consiglio, ma perchè «è l'unico possibile» visto che al Senato la legge avrà bisogno dei voti del M5S e Sel. Scoprire che a palazzo Madama il governo non avrebbe la maggioranza se dovesse contare solo su Pd, Scelta Civica e Ncd è la scoperta dell'acqua calda che si ripete ad ogni passaggio importante. Ciò mostra quanto labile possa essere la memoria, anche se il 2013 non è molto lontano e anche se per settimane giornali e tv sono stati alle prese con i tentativi di Pier Luigi Bersani di formare un governo. Dopo aver raccolto sulla riforma costituzionale i voti dell'Ala verdiniana, Renzi svolta a sinistra ed è pronto a far votare al Senato l'emendamento presentato dal renzianissimo Andrea Marcucci che permette di abbattere buona parte degli oltre seimila emendamenti presentati dalle opposizioni. Un ”canguro” un po' più piccolo di quello che azzerò il mezzo milione di emendamenti di Calderoli sulla riforma costituzionale, ma egualmente efficace per ridurre i rischi insiti nel voto segreto.

OCCHIO
Si comincerà martedì votando sulle eccezioni di costituzionalità (che per il professor Stefano Ceccanti sono da respingere) e il giorno prima a palazzo Madama il capogruppo del Pd Luigi Zanda incontrerà il collega della Camera Ettore Rosato e altri deputati Pd che compongono la ”bicameralina” per concordare eventuali emendamenti e modifiche. L'obiettivo è quello di trovare al Senato l'ultima possibile mediazione per non toccare il testo alla Camera ed evitare che torni di nuovo a palazzo Madama. «L'accordo è di tutto il Pd - spiega Monica Cirinnà - quello che si fa al Senato vale anche per la Camera, niente biciclette!». Una sessantina gli emendamenti presentati dai senatori del Pd.

Su questi si ragionerà domani dentro il Pd, con un occhio a non turbare l'intesa che di fatto c'è con i grillini, con Sel e con quella parte di Forza Italia pronta a sfruttare la libertà di coscienza che ha concesso ai suoi Silvio Berlusconi. Gli emendamenti del senatore Giuseppe Lumia non convincono i cattodem e fanno storcere il naso anche all'ala laica del Pd che li giudica come il punto massimo di mediazione e respinge come «inaccettabile» l'introduzione del reato per maternità surrogata anche per chi la realizza all'estero. Vista l'avanzata età media del Senato è facile pensare che alla Camera il provvedimento troverà più voti del previsto. A Montecitorio il Pd può far da solo anche se M5S e Sel non intendono lasciare al Pd il merito della legge. Dal 2007 ad oggi, anno dei ”Dico” e dei ”cattolici adulti”, molto è cambiato. La saldatura tra opposizioni politiche, movimenti cattolici oltranzisti e Santa Sede è più difficile anche perché in Parlamento e nel Pd molti ex democristiani sono ormai indistinguibili dagli ex-Pci soprattutto per un Papa venuto dall'Argentina.

Se Fanfani incarnò, pagandone anche le conseguenze della sconfitta, l'opposizione della Dc al divorzio, Renzi è convinto di poter reggere più del conterraneo il doppio ruolo di segretario del Pd e presidente del Consiglio interpretando appieno il ruolo da cattolico liberale che a palazzo Chigi risponde ai suoi elettori e non alle gerarchie ecclesiali. Dicono che Oltretevere apprezzino ciò e storcano il naso per le bandiere di partito che sventoleranno al prossimo Family Day.

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