Egitto, turisti sotto attacco: assalto al resort, un morto e tre feriti

Egitto, turisti sotto attacco: assalto al resort, un morto e tre feriti
di Fabio Morabito
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Sabato 9 Gennaio 2016, 08:50 - Ultimo aggiornamento: 11:11

Mezz'ora di paura, dal momento in cui ieri sera due o tre uomini armati - quando il giornale va in stampa, non è certo neanche che fossero terroristi - hanno aggredito a colpi di coltello i turisti stranieri presenti nella hall del “Bella Vista” un resort ad Hurghada, località sul Mar Rosso, in Egitto. Mezz'ora, forse appena qualche minuto in più, fino a quando le forze di sicurezza hanno potuto annunciare che il pericolo era finito, che gli assalitori erano stati neutralizzati: uno ucciso, l'altro gravemente ferito e catturato. Un terzo, forse, sarebbe riuscito a fuggire dalla spiaggia.

Il bilancio, per gli assalitori - nel caso fossero stati jihadisti - è un fallimento: solo tre turisti feriti, due austriaci e uno svedese (fonte governativa), e non sono in pericolo di vita. Ferite lievi, provocate da armi da taglio. L'ipotesi di un tentativo di rapina è quella del governo egiziano, mentre tutta la vicenda ha ancora contorni confusi e le varie fonti riferiscono particolari in forte contraddizione fra loro.

Fatto è che il clamore è inevitabile, per il sospetto che si tratti di un nuovo attentato in un luogo delle vacanze prediletto dagli occidentali, e ancora una volta il turismo - risorsa vitale per l'Egitto - sarebbe stato il bersaglio. L'albergo preso di mira, nonostante il nome in italiano, è frequentato soprattutto da europei del nord e russi (nostri connazionali coinvolti non ci sono, e sembra che non ce ne fossero neanche tra gli ospiti). Un hotel affacciato su una via del lusso, in una zona più controllata di altre. Gli assalitori sarebbero entrati nella hall passando dal ristorante accanto, alle 19.50 locali.

LE DUE VERSIONI
È stato il ministro egiziano del Turismo Hisham Zazou ad accreditare l'ipotesi di un tentativo di rapina, ma il Cairo politicamente - come nella tragedia dell'aereo russo esploso per una bomba mentre sorvolava il Sinai di ritorno da Sharm el Sheikh (224 passeggeri tutti morti, lo scorso 31 ottobre) - tende a negare anche l'evidenza, preoccupato dal crollo delle presenze nei resort e villaggi del turismo di massa.

La polizia egiziana ha parlato anche di una pistola finta. Ad avvalorare invece l'ipotesi del terrorismo sono le prime testimonianze raccolte dalle agenzie anche internazionali: gli assalitori avrebbero inneggiato ad Allah, ed avevano con sé la bandiera nera dell'Isis (fonti: il sito egiziano el Doustour e la Bbc in arabo). Bandiera che però potrebbe essere esibita anche solo per spaventare gli occidentali. C'è poi un particolare riferito dalla tv panaraba Al Arabiya, di solito attendibile: uno degli assalitori indossava una cintura esplosiva che non sarebbe riuscito ad azionare. Quindi si tratterebbe, per i media del posto, di un attentato kamikaze fallito. Sempre secondo Al Arabiya, sarebbero stati gli agenti della sicurezza a neutralizzare la cintura esplosiva. Ma l'uso dei coltelli, e non di kalashnikov, ridimensiona l'episodio, rendendo l'attacco quantomeno velleitario.
Per alcuni media anche il secondo assalitore sarebbe morto. La polizia ha
però diffuso l'identità di un solo uomo ucciso. Si chiamava Mohamed Hassan Mahfouz, aveva appena 21 anni, era uno studente.

IL PRECEDENTE
L'attacco ricorda inevitabilmente quello, dal bilancio invece tragico, di Sousse, in Tunisia, il 26 giugno scorso. Allora ci furono 38 morti, 35 feriti. Ma a differenza di allora, dove una minaccia del genere forse non era prevedibile, certo non era prevista, stavolta le forze di sicurezza erano presenti e il sistema di difesa ha funzionato.
Proprio ieri l'Isis aveva rivendicato l'attacco di giovedì scorso con colpi di arma da fuoco a un bus di turisti israeliani al Cairo (senza vittime) e il sabotaggio a un gasdotto nel Nord del Sinai. Una minaccia con cui anche l'Egitto sta facendo i conti tutti i giorni.