Stretta sulle armi, Obama in lacrime:
«Usa ostaggio di lobby, ora basta»

Stretta sulle armi, Obama in lacrime: «Usa ostaggio di lobby, ora basta»
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Martedì 5 Gennaio 2016, 09:07 - Ultimo aggiornamento: 7 Gennaio, 11:08

E' un Obama commosso, letteralmente in lacrime, quello che annuncia agli Stati Uniti il piano per la tante volte promessa stretta sulle armi. Un progetto in 10 punti che per il presidente americano potrebbe «salvare vite». Dopo un lungo braccio di ferro con il Congresso rimasto immobile, Obama ha deciso di scavalcarlo, facendo ricorso a quei poteri esecutivi che sono sua prerogativa, inaugurando così l'ultimo anno del suo mandato.


«Oggi non siamo qui per reagire ad una strage causata dalle armi, ma per fare qualcosa per prevenire la prossima», ha detto Obama nell'annunciare il suo piano, accolto da una standing ovation nella East Room della Casa Bianca. «Sono troppe» ed è urgente controllare le armi negli Stati Uniti. Da Sandy Hook a San Bernardino, il presidente degli Stati Uniti ha elencato uno per uno gli episodi in cui è stato costretto ad intervenire in seguito ad una strage di massa in Ameica, affermando: «Sono troppe!».

«Le lobby delle armi possono tenere in ostaggio il Congresso, ma non possono tenere in ostaggio L'America». Lacrime rigano il volto del presidente mentre ricorda le stragi in America causate dalla diffusione delle armi, come quella della scuola elementare Sandy Hook di Newtown. «Ogni volta che penso a quei bambini, divento matto», ha detto Obama mentre si asciugava con la mano le lacrime. Non è la prima volta che Obama piange ricordando i bambini uccisi nella scuola di Sandy Hook. Il presidente si era già visibilmente commosso durante la conferenza stampa il giorno stesso del massacro, il 14 dicembre del 2012.

Nell'annunciare il suo piano Obama si è rivolto all'opposizione repubblicana che lo accusa di voler imporre troppi controlli e afferma: «Questo non è un complotto per confiscare le armi a tutti». Il presidente degli Stati Uniti ha citato poi Ronald Reagan, ricordando che affermò: «Se controlli obbligatori possono salvare vite, vale la pena applicarli». «Le costanti scuse per non agire non sono più sufficienti».

«Credo nel secondo emendamento, ma credo anche che possiamo trovare il mode di ridurre la violenza causata dalle armi in coerenza con il secondo emendamento», ha aggiunto Obama. Il secondo emendamento della Costituzione Usa è quello sulla libertà di difendersi. Il Congresso deve agire sulla sicurezza della armi, ma oggi annuncio queste azioni esecutive perchè l'America non può aspettare».


Il provvedimento è incentrato sul potenziamento dei controlli cosiddetti di 'background', affiancati da un impegno consistente per affrontare il problema anche in tema di salute mentale. Un piano che, nelle parole di Obama, potrebbe «salvare vite», anche se non eliminare del tutto il problema dei crimini violenti in America.

Il focus è sui rivenditori di armi da fuoco: che operino online, al dettaglio o nelle molto frequentate fiere di settore, saranno tutti obbligati a detenere un'apposita licenza per la vendita e a condurre accurati controlli e verifiche sugli acquirenti («background check»). Il presidente dispone inoltre che l'Fbi incrementi del 50% il suo personale dedicato a condurre tali verifiche, con l'assunzione di oltre 230 nuovi esaminatori.

Obama chiede al Congresso di disporre un finanziamento pari a 500 milioni di dollari per affrontare il problema anche sul piano della salute mentale. Sembra una risposta a chi sottolinea come in gran parte delle numerose stragi americane le armi vengano usate da persone affette da disturbi mentali. Il presidente chiede anche ai dipartimenti di Difesa, Giustizia e Sicurezza Interna di condurre, sostenere e sponsorizzare la ricerca in ambito di tecnologia per la sicurezza delle armi.

Sono passi «ragionevoli», ribadisce la Casa Bianca, dopo che lo stesso Obama ha sottolineato che le sue decisioni «sono pienamente nell'ambito dei miei poteri e coerenti e in linea con il secondo emendamento della Costituzione Usa, sulla libertà di portare armi». Il tema irrompe anche nella campagna elettorale per le presidenziali. La candidata democratica Hillary Clinton plaude alla decisione del presidente, mentre il candidato repubblicano Donald Trump annuncia che, se verrà eletto, annullerà il provvedimento.

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