Non ci sono colpevoli per la tragedia del pino killer. Non si saprà probabilmente mai perché un albero sia stato lasciato per anni pericolante sulla Cristoforo Colombo finché all'improvviso è crollato su un motociclista uccidendolo sul colpo. L'inchiesta sulla morte del fisioterapista dei vip, Gianni Danieli, 42 anni e padre di due figli, schiacciato nel dicembre 2013 dallo schianto del pino, è stata archiviata. Ieri il gip di Roma Donatella Pavone ha prosciolto dall'accusa di omicidio colposo gli otto indagati dell'Unità organizzativa ambiente del X municipio, competente in quel tratto di strada, tutti dirigenti del servizio che si sono succeduti nell'incarico dal 2008 al giorno della tragedia. Otto funzionari, che secondo l'ipotesi accusatoria del pm Alberto Pioletti, viste le specifiche mansioni, avrebbero dovuto occuparsi del controllo e della potatura degli alberi scongiurando incidenti.
Sono usciti così dall'inchiesta Aldo Papalini, Claudia Menichelli, Marina Vecchiarelli, Aldo Barletta, Emanuela Bisanzio, Paolo Cafaggi, Domenico Di Palo e Claudio Saccottelli. Secondo il gip, a carico degli indagati non ci sarebbero stati elementi di prova sufficienti per accusarli in dibattimento. Quindi tutti prosciolti. La procura invece riteneva che con la corretta manutenzione dell'albero lo schianto mortale si sarebbe potuto evitare. La decisione di indagare i funzionari era stata presa non appena il collegio peritale nominato dagli inquirenti ha consegnato la consulenza tecnica sull'incidente.
LE PERIZIE
I magistrati letta la relazione firmata dall'ingegnere meccanico Giovanni Ricciardi, l'agronoma Angela Farina e il colonnello dell'Aeronautica Giampaolo Mordacchini, avevano iscritto i funzionari sospettati nell'elenco degli indagati e subito tirato le somme dell'inchiesta.
IL RISARCIMENTO
La moglie di Gianni Danieli dal primo momento aveva denunciato l'assurdità della tragedia aspettandosi giustizia. «Mio marito non è morto per la guida spericolata o perché era ubriaco, ma perché un albero gli è caduto addosso. Per manchevolezze altrui due bambini cresceranno senza un padre». Ed aveva risposto con altrettanta franchezza anche il fratello della vittima al sindaco Ignazio Marino sia al telefono che durante la visita a casa. Ora i familiari sono stati risarciti dall'assicurazione del Comune. «Siamo estremamente soddisfatti che la vicenda si sia conclusa senza dibattimento» ha dichiarato l'avvocato Gianluca De Fazio che ha assistito Claudio Saccottelli, «Era chiaro che non si potesse attribuire alcuna responsabilità ai dirigenti per aver rivestito anche per pochi giorni il ruolo apicale del servizio. E' stato purtroppo, un evento tragico e fatale, ed è giusto che la collettività ovvero il Comune di Roma, alla fine se ne sia fatto carico, risarcendo il danno».