E l’ha fatto alla presenza del rivale Massimo D’Alema, anche lui ospite dell’ex presidente americano: “Un anno fa proprio qui ho presentato agli investitori la lista delle cose da fare. Ora potrò dire che il 90% di quelle riforme sono state attuate. E adesso è ora che gli investitori tornino in Italia come d'altra parte da qualche tempo sta già avvenendo”. Ancora: “È legittimo non essere d'accordo su tutto”, ha sottolineato Renzi riferendosi a chi si oppone all'azione del governo e forse proprio a D’Alema, “ma in Italia si è finalmente rotto l'incantesimo. Dopo un anno e mezzo di lavoro enorme sulle riforme oggi quella sul lavoro è legge, quella istituzionale è legge, quella sulla pubblica amministrazione è legge. Bisogna finirla col racconto che l'Italia va male.
L'Italia ha le sue difficoltà ma le supera, ha dimostrato di avere la capacità di farlo. E il mondo guarda all'Italia e alle sue enormi potenzialità. Smettiamola di piangerci addosso e rimbocchiamoci le maniche”. Infine, con il suo classico soprassalto di ottimismo: “Se l'Italia nei prossimi dieci anni compie le riforme strutturali che servono diventa leader dell'Europa, più della Germania. Ne sono assolutamente convinto”. Il moderatore, in un passaggio, ha paragonato Renzi a Bill Clinton e a Tony Blair. Qui il premier italiano si è schernito: “E’ un paragone impraticabile e inverosimile”.
Ma ha poi risposto al finanziere George Soros, anche lui sul palco della Clinton Initiative, che ha parlato di un’Europa al capolinea: “Non sono d’accordo. Abbiamo commesso molti errori e perso molte opportunità, ma l’Unione non vive un processo di disintegrazione come dice Soros”. E inquadrando nel mirino uno dei Paesi contrari alla redistribuzione dei migranti: “Oggi il vero rischio per l'Europa non è la Russia, ma l'Ungheria che costruisce un nuovo muro”. Infine, tornando ad aprire a Mosca, che Renzi vuole alleata anche nella guerra contro Isis in Siria e Iraq: “Pensare a un futuro dell'Europa senza la Russia sarebbe un tragico errore”
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