Verso Well@Work. Bruno (Sanofi): la persona al centro

Verso Well@Work. Bruno (Sanofi): la persona al centro
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Martedì 26 Maggio 2020, 12:00 - Ultimo aggiornamento: 4 Giugno, 11:00

La terza edizione di Well@Work si svolgerà il prossimo 16 giugno: la costruzione del welfare aziendale del futuro. L’iniziativa di HRC Community avrà quest’anno una modalità diversa, compatibile con il distanziamento richiesto dall’emergenza Covid-19. Il prossimo 29 maggio si svolgerà una tavola rotonda online. Il 16 giugno la premiazione dei migliori progetti. Un’occasione di dibattito e confronto tra Hr e provider. Oggi interviene Laura Bruno di Sanofi.

Tre parole: persona, salute, sicurezza. Il nuovo welfare parte da qui. Laura Bruno, Hr Director di Sanofi Italia, ha costruito su questi due aspetti il video-speech per la terza edizione di Well@Work, l’iniziativa promossa da HRC Community che si concluderà il 16 giugno con un evento online che raccoglie il contributo di alcuni dei più influenti direttori delle Risorse umane attivi in Italia.

“L’emergenza Covid-19 ha messo al centro le persone, con un’accelerazione che solo le crisi sanno imprimere ai trend” commenta Laura Bruno, una tendenza che in alcune aziende – come Sanofi – era già in atto da anni. A esempio nell’uso dello smart working: “Una modalità organizzativa del lavoro su cui Sanofi era già molto avanti – aggiunge Laura Bruno – perché siamo state tra le prime aziende a prendere questa direzione più di cinque anni fa e per noi due giorni alla settimana erano già una realtà da molto tempo. Anche per questo il 24 febbraio è stato più facile per noi estendere lo smart working per tutti; modalità che prosegue in gran parte anche oggi, dopo la fine del lockdown”.

Smart working come spia di una flessibilità che è destinata a essere la chiave di volta per mettere le persone al centro. Flessibilità diventa anche il modo per affrontare e bilanciare quelle esigenze di sicurezza e salute che sono emerse con prepotenza.

“In queste settimane welfare aziendale ha voluto dire accentuare il nostro ruolo di people partner, assicurando assistenza a tutto tondo ai nostri collaboratori: assistenza sanitaria, assistenza sociale e assistenza psicologica. Si è manifestata una fragilità che aveva bisogno di essere sostenuta. Il benessere psico-fisico dei nostri dipendenti è l’obiettivo di ogni piano di welfare, e in questo periodo il benessere psico-fisico è stato ancora più messo alla prova nelle relazioni in famiglia, con lo smart working. Abbiamo avuto tante manifestazioni di apprezzamento e gratitudine per i supporti offerti ed estesi a tutti i colleghi a livello Paese, che siano di sede, della nostra rete commerciale o dei nostri stabilimenti”.

Sanofi racconta un’esperienza che esclude l’ipotesi di un taglio al budget per il welfare aziendale, che talvolta si paventa: “Sarebbe un errore tagliare risorse per il benessere dei dipendenti. Anche perché si possono fare molti bilanciamenti. Molte spese sono crollate e i saving potranno costituire un’ulteriore possibilità di avere risorse per i nostri collaboratori” spiega Bruno.

Se è vero che il welfare del futuro sarà più “essenziale”, rivolto ai fondamentali del benessere organizzativo – sanità integrativa e previdenza complementare innanzitutto – è anche vero che in alcune aziende come Sanofi questa è una scelta consolidata, di lungo periodo. “Il medico competente disponibile in azienda tre volte alla settimana, oggi è disponibile anche telefonicamente, per tutti. Abbiamo fatto webinar sull’uso della mascherina, un lungo percorso sulla resilienza. Le risorse da attivare in caso di trauma, assicurato coperture sanitarie assicurative complete” aggiunge Laura Bruno. Ma l’emergenza Covid-19 sul fronte del welfare aziendale ha reso più veloci le decisioni – come per il Campus per i figli dei dipendenti – e più creative – come per i corsi di pilates online per tutti – utilizzando come un’opportunità i vincoli che si sono manifestati.

Flessibilità, velocità e creatività si attendono anche dai provider. “In queste occasioni abbiamo bisogno di partner che contribuiscano alla creazione e alla gestione dei piani di welfare con una professionalità solida. Le improvvisazioni sono dannose. Gli improvvisatori non hanno futuro. Per i fringe benefit noi ci affidiamo alla piattaforma di Mercer. E spesso i singoli fornitori li scegliamo sul territorio per assicurarci anche il miglior rapporto prezzo-servizio”.

C’è poi una dimensione del welfare aziendale che potremmo riassumere in un volano per l’engagement dei dipendenti sul fronte del volontariato e della visione dell’azienda come fattore attivo di responsabilità sociale. Il settore chimico-farmaceutico in questo frangente è più votato a questa immediata percezione, ma di certo si sono moltiplicate le forme di collaborazione attiva tra azienda e dipendenti, come nel caso della organizzazione rapidissima di una linea di produzione di soluzione disinfettante nello stabilimento di Brindisi, a fronte dell’urgente necessità di avere la disponibilità di un prodotto così essenziale. Oppure nel grande numero di colleghi del territorio che hanno rinforzato i nostri servizi di ascolto dei pazienti e di customer service ai farmacisti”.

“Per chi esercita una responsabilità aziendale sul fronte delle risorse umane l’emergenza Covid-19 ha rappresentato una prova aggiuntiva di efficienza e flessibilità – conclude Laura Bruno – anche per questo occasioni di riflessione comune, di scambio di esperienze, di visioni sul futuro, come Well@Work, sono appuntamenti decisivi. Necessari. I network degli Hr sono essenziali in questi momenti”.

Marco Barbieri

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