Tifosi Lazio, il giudice polacco non cede
respinte le richieste di scarcerazione

Tifosi Lazio, il giudice polacco non cede respinte le richieste di scarcerazione
di Alberto Abbate
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Lunedì 9 Dicembre 2013, 13:17 - Ultimo aggiornamento: 10 Dicembre, 12:47

Dall"ottimismo domenicale allo sconforto mattutino. Il giudice polacco respinge subito le prime 6 istanze di scarcerazione:

«Fra queste c'era quella di mio fratello», ci risponde in lacrime, Barbara. Era iniziato stamattina alle 10.30 il riesame di sei condanne (domani previste le altre quattro), che si pensava potessero essere commutate in una multa da circa 1000 euro. Erano fiduciosi persino gli avvocati: «Non ci stiamo capendo più nulla – prosegue Barbara – e i miei genitori stanno parlando con i legali per farsi unidea di ciò che succederà adesso. Pare che il giudice stia rifiutando praticamente tutte le richieste con la motivazione che i ragazzi non sono residenti a Varsavia. Stiamo cercando di capire se è possibile un altro appello e in che tempi».

L'ambasciata italiana in Polonia, tramite il diplomatico Guariglia, una volta ricevuta la notizia, avrebbe chiesto una nuova udienza già giovedì: la residenza italiana - secondo il giudice - permetterebbe ai condannati di non ripresentarsi, una volta scarcerati, davanti allo stesso tribunale; per questo dovrebbero restare tutti nel carcere di Bialoleka. Giovedì e venerdì atteso il processo dei 12 rinviati a giudizio. Per loro la situazione è più semplice. Intanto stamattina, in occasione del convegno “Contro la violenza. Riportare il calcio a misura d"uomo", presso la Sala della Regina di Palazzo Montecitorio, Alessandro Marangoni, vice capo della Polizia, ha detto la sua riguardo i fatti accaduti il 28 novembre in Polonia: «I tifosi italiani in trasferta si comportano diversamente da quando seguono le partite in casa. Ai tifosi laziali a Varsavia è stata applicata la legge polacca, che è diversa dalla nostra: niente di più o di meno».

Nel pomeriggio apparso sulla facciata del palazzo Senatorio in Campidoglio lo striscione: "Liberi". L'onorevole Alessandro Cochi, noto tifoso laziale, l'autore del gesto.

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