“La mia classe”: Valerio Mastandrea insegna ai nuovi italiani

“La mia classe”: Valerio Mastandrea insegna ai nuovi italiani
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Lunedì 13 Gennaio 2014, 16:29 - Ultimo aggiornamento: 18 Gennaio, 16:40
«Era ora». Così, causticamente, Valerio Mastandrea commenta la vittoria ai Golden Globe de 'La grande bellezza' alla presentazione de 'La mia classe' di Daniele Gaglianone, film che si trova costretto, non senza difficoltà, ad auto-distribuirsi (sarà in sala dal 23 con la Pablo). Ma poi aggiunge l'attore che nel film interpreta un maestro di italiano di una classe di stranieri: «Benissimo la vittoria di Paolo Sorrentino, ma la cosa che vorrei è che tutto il cinema possa essere visto. Questa è un'utopia».



Prodotto da Gianluca Arcopinto per Axelotil Film, Kimera film, Relief in collaborazione con Rai Cinema, 'La mia classè mescola fiction e realtà. Protagonista un maestro (Mastandrea) che da lezione di italiano a un classe di stranieri che mettono in scena se stessi. E questo con degli sviluppi non previsti da una sceneggiatura già di per sè solo approssimativa. «Con questo film siamo riusciti a mettere in scena il nostro pensiero sull'utilità del cinema. Una cosa che io e altri ci chiediamo spesso. Comunque ne 'La mia classe' - aggiunge Mastandrea - non si parla solo del tema dell'immigrazione, ma della voglia di vivere la vita che c'è in ognuno di noi. Non ci basta più che un film crei discussione, ma che crei davvero le cose. Se no quello che facciamo non serve a un c....».



«La cosa più difficile di questo film è stata quella di mantenere la concentrazione - dice invece il regista Gaglianone -. A volte mi sentivo un regista a volte no. Non so neppure io dove collocare questo film anche se, va detto, non ho mai creduto troppo a una distinzione tra film e documentario. Ora è tutto più contaminato». Per il produttore e distributore Gianluca Arcopinto la filosofia dell'uscita di questo film è stata gioco forza: «farlo uscire quando e dove poteva uscire. Ovvero di occupare tutti gli spazi possibili per uscire con una certa dignità». E, infine, Valerio Mastandrea ribadisce il suo sogno: «ci vorrebbe finalmente un sistema che permetta a tutti i tipi di cinema di continuare ad esistere e prosperare. Non è vero che i cine-panettoni fanno bene al cinema. Invece, invece di chiudere le sale, bisogna chiedere al cinema di investire anche sulla sua straordinarietà».
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