La suora con la pistola che sfidava i criminali per difendere gli indiani: «Il Vaticano la faccia santa»

La suora con la pistola che sfidava i criminali per difendere gli indiani: «Il Vaticano la faccia santa»
di Anna Guaita
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Venerdì 27 Giugno 2014, 02:15 - Ultimo aggiornamento: 16:58
​Per la prima volta in 4 secoli, la Chiesa Cattolica del Nuovo Messico ha presentato al Vaticano la richiesta di aprire una procedura di beatificazione e santificazione. E l’individuo al centro di questa iniziativa senza precedenti è una piccola suora italiana, di origine genovese. Si tratta di Suor Blandina Segale, che nell’Ottocento non solo ebbe l’ardire di proteggere gli indiani e gli immigrati messicani, non solo aprì scuole e ospedali e prese sotto la sua ala protettrice centinaia di bambini e orfani, ma ebbe il coraggio di mettersi davanti ai criminali più temuti e sfidarli, ottenendone l’aperta ammirazione.



Suor Blandina, dell’ordine delle suore di Carità, era nata in Liguria, ma trascorse tutta la sua vita da adulta in quella che allora era la frontiera avanzata degli Stati Uniti. Anzi, operò soprattutto in due Stati che erano ancora solo “Territori”, il Colorado e il Nuovo Messico. Arrivò in Colorado a soli 22 anni, e subito il suo ordine le dette il compito di insegnare ai bambini poveri nella città mineraria di Trinidad, un luogo durissimo e spietato. Grazie alla sua bravura e fermezza, fu presto scelta per andare nel New Mexico, uno sconfinato Far West dove la legge e l’ordine erano ancora lungi dall’essere ben stabilite. Qui la suorina dette prova di un carattere di ferro, proteggendo con il proprio corpo poveri disgraziati che rischiavano il linciaggio, difendendo gli Apache e i Comanche che venivano spinti fuori dalle loro terre da criminali che si fingevano soldati americani, proteggendo anche gli immigrati messicani, oggetto di feroce discriminazione.



Suon Blandina tenne un diario, e scrisse molte lettere, soprattutto alla sorella, Giustina, anche lei suora, in Ohio. E’ attraverso le sue parole che sappiamo che incontrò Billy the Kid, ottenendone obbedienza e rispetto. La suorina aveva saputo che un uomo della banda del fuorilegge era stato ferito e che nessun medico lo voleva curare, così si recò lei stessa ad aiutarlo, salvandogli la vita. Ma nel fare questo, salvò anche la vita dei quattro medici che avevano rifiutato aiuto al ferito e che Billy the Kid aveva deciso di uccidere per punizione. Difatti in seguito, Suor Blandina riuscì a evitare che Billy the Kid derubasse una diligenza, perché ci si era messa davanti a proteggerla.



E mentre sfidava criminali e proteggeva gli indiani – «Poveri cuori selvaggi, come sono trattati ingiustamente!» scriverà di loro – Suor Blandina fondava scuole e ospedali, alcuni dei quali sono in funzione ancora oggi. Alla fine della sua vita, anziana e debole continuò a operare nelle comunità più indifese: e proprio lei, italiana, che aveva cominciato proteggendo indiani e messicani, finì invece proteggendo gli immigrati italiani, a Cincinnati, in Ohio. Si spense a 91 anni.



Dunque, l’arcivescovo Michael Sheehan ha avviato la procedura di canonizzazione, chiedendo al mondo di portare testimonianze sulla suora italiana dal cuore d’oro e dal coraggio leonino. Perché venga fatta santa, ci vorranno prove che Suor Blandina ha fatto dei miracoli. Non basta certo aver combattuto le ingiustizie, costruito ospedali e difeso i deboli. Ma i suoi sostenitori sono certi che Suor Blandina ce la farà. Allen Sanchez, direttore del “St. Jospeh’s Children Hospital” di Albuquerque, proprio uno di quelli creati dalla suora italiana, dice con un sorriso: «Era una donna eccezionale, ma il suo lavoro non è finito. Bisogna che si impegni ancora un po’».
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