“Smetto quando voglio - Ad Honorem”, torna per l'ultima volta la banda dei precari

Una scena di "Smetto quando voglio - Ad Honorem"
di Gloria Satta
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Giovedì 23 Novembre 2017, 17:14 - Ultimo aggiornamento: 16 Luglio, 10:42

“Smetto quando voglio – Ad Honorem”, terzo capitolo, chiude la saga diretta da Sydney Sibilia e interpretata da un cast corale in cui spiccano Edoardo Leo, Stefano Fresi, Lorenzo Lavia, Valerio Aprea, Paolo Calabresi, Libero De Rienzo, Pietro Sermonti, Marco Bonini, Giampaolo Morelli, Luigi Lo Cascio, Valeria Solarino, Rosario Lisma, Greta Scarano, Peppe Barra.
 


In sala dal 30 novembre con 01, dopo “Smetto quando voglio” e “Smetto quando voglio – Masterclass” il nuovo film torna a raccontare le gesta della banda di accademici precari finiti in carcere per aver creato una droga sintetica, non ancora rubricabile tra le sostanze proibite. Questa volta dovranno combattere il chimico Walter Mercurio (Lo Cascio) che sintetizza il gas nervino per fare una strage all’università.
Così i prof disoccupati guidati dal neurobiologo Pietro Zinni (Leo) si uniscono per sventare la minaccia. Ma non possono farcela da soli: avranno bisogno del loro nemico storico, l'ingegnere navale dal viso sfigurato detto Murena (Marcorè). Con lui dovranno evadere da Rebibbia per anticipare le mosse di Mercurio e il piano scellerato da lui programmato.
 

 


“Dopo sei anni e tre film”, spiega Sibilia, classe 1981,”provo una grande nostalgia. In questo momento storico tutto è cambiato tranne per i ricercatori universitari, che sono ancora precari”. Echi di nostalgia anche per Edoardo Leo (“il film è stato per me un investimento umano”) e Stefano Fresi: “È stato un po’ come stare al liceo”.Peppe Barra racconta: “Affronto il cinema come un'avventura, ma la mia vita sarà sempre il teatro”. "Smetto quando voglio - Ad Honorem" è stato girato in buona parte  dentro La Sapienza. "L'Università ha dato prova di grande autoironia", dice Sibilia. Il prossimo film del regista? “Una sola cosa è certa: non sarà corale, ho voglia di fare qualcosa di diverso”.

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