Rilassatevi, per quattro anni non si vota. Forse

di Mauro Evangelisti
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Sabato 31 Maggio 2014, 08:44
Appena tornato da Berlino.

In piena campagna elettorale

europea avessi visto UN cartellone

elettorale abusivo




@SenderoRamonoso



Le elezioni sono passate e già ci mancano. Sentiremo la nostalgia della città ricoperta da manifesti abusivi, faccioni che occupavano impunemente spazi non loro nelle plance (nella migliore delle ipotesi), ma anche mura, cassonetti e pensiline dei bus (nella peggiore); dovremo fare a meno degli sms che ci svegliavano all’alba con il candidato X che ci invitava a votarlo (lo sventurato non si rendeva conto che così perdeva anche lo 0,1 per cento di possibilità di avere il nostro sostegno); si placheranno trame e strategie mefistofeliche all’interno dei partiti più grandi (soprattutto uno, in cui in tanti si sentono di vivere in una «House of cards» all’amatriciana); sì, ci mancheranno i tweet e gli status su Facebook dei candidati che da 20 anni vagano tra un brand e l’altro e ti proponevano, ohibò, il rinnovamento; rimpiangeremo anche gli hashtag tronfi e portasfiga di chi era sicuro di stravincere, il rilancio di foto di comizi oceanici in cui si dimenticava il vecchio motto che piazze piene non corrispondono sempre ad urna piene, le denunce su Facebook di chissà quale inenarrabile scandalo con la solita scritta «fate girare, quello che la tv non vi mostra» seguita da molti punti esclamativi inframmezzati da qualche ”1”. Riflettiamo: a Roma, tra comunali, regionali, politiche ed europee in quindici mesi siamo andati ai seggi quattro volte (ballottaggio compreso). Bene, ora si tira il fiato: si tornerà a votare solo tra quattro anni, se non ci saranno contrattempi lungo la strada di Governo, Regione e Comune. E sottolineo se.



mauro.evangelisti@ilmessaggero.it



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