Seedorf si lega al Milan: «La mia conferma
è il contratto. Le critiche? Non obiettive»

Seedorf si lega al Milan: «La mia conferma è il contratto. Le critiche? Non obiettive»
di Salvatore Riggio
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Sabato 3 Maggio 2014, 13:44 - Ultimo aggiornamento: 16:07
Il «coraggio» è la virtù che domani sera non dovrà mancare al Milan. Prima bisogna vincere il derby, poi terminare la stagione cercando di centrare la qualificazione all’Europa League e soltanto in seguito pensare al futuro tecnico di Clarence Seedorf. In pole c’è stato sempre Roberto Donadoni, al di là delle preferenze di Adriano Galliani per Pippo Inzaghi, destinato alla panchina del Parma.



Orgoglio derby. «La squadra sente questo imperativo, ha voglia di chiudere l'anno bene. Sono contento che vedano e sentano questa partita così. Il derby è una partita particolare: da allenatore vivo la vigilia in maniera più tranquilla, sono io che devo e posso decidere cosa fare e come farla. Io vivo gli appuntamenti importanti con grande serenità, è il mio modo di essere. L'Inter squadra temibile, Mazzarri che è un ottimo tecnico. Noi arriviamo dalla sconfitta di Roma che però non ha lasciato strascichi. Cercheremo di vincere domani sera e farne altri sei punti sperando siano sufficienti per l'Europa. Tutti noi vogliamo raggiungere l'obiettivo, è il nostro target, è quello che dobbiamo fare: certo, vogliamo l'Europa League».



L'Inter. «Gioca molto sulle fasce ma ama anche molto calciare da fuori: Hernanes, Kovacic, Guarin, Cambiasso, non so chi tira di più. Stiamo attenti. De Sciglio? E' stato fuori molto, può giocare a destra. El Shaarawi? C'è, sarà convocato. Pazzini? Giocano undici giocatori, non dico chi va in campo. Formazione mia o formazione di Galliani? Io faccio l'allenatore, non l'amministratore delegato. Per cui... Totale autonomia. Ho le idee chiare».



Berlusconi «Non parlo di cose personali. Ho la conferma nei miei due anni di contratto. Nessuno mi ha detto nulla e finchè non mi dicono nulla io ho la conferma per il futuro nel mio contratto. In questi mesi ho vissuto un'esperienza meravigliosa sul campo, ho imparato tante cose, ho visto la squadra crescere: tutto questo mi rende orgoglioso».



Le critiche. «A me non danno fastidio le critiche, a me urta la poca obiettività, il non vedere la realtà: io ho dato supporto ma i meriti vanno riconosciuti alla squadra, ai giocatori. I numeri dicono che il Milan ha fatto bene e questo va riconosciuto».



Il calcio italiano in crisi. «Da uomo di calcio e da italiano adottato dico che tutti abbiamo il dovere di riportare il nostro calcio al livello giusto. La Juve l'altra sera ha incontrato una serata no, il Napoli prima era stato sfortunato, certo dobbiamo lavorare per tornare in alto. Ci vuole pianificazione e coraggio per costruire: chi ha più forza economica ha più garanzie di vincere ma non è certo, basta vedere il Manchester United: non dobbiamo disperarci ma semplicemente cambiare mentalità»

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