Doping, Schwazer: è caccia ai complici
Turchia infuriata: «Faccia il nome della farmacia»

Alex Schwazer
di Marco De Martino
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Venerdì 10 Agosto 2012, 11:16 - Ultimo aggiornamento: 13:56
LONDRA - Il giorno dopo gi un altro giorno, ma Alex Schwazer continua a fuggire da qualcosa. Mercoledì da uno sport che l’obbligava a percorrere 220 chilometri a settimana, 900 al mese, logico che sia diventato scemo; e ieri da un’uscita secondaria del Comando generale dei carabinieri di Bologna, seminando così, a bordo di un’Audi nera come il peccato, il plotoncino di giornalisti e telecamere tv che lo braccavano sin dal mattino. Tre ore di colloquio con i vertici dell’Arma, quindi l’inevitabile sospensione dal corpo e infine la penosa cerimonia della restituzione della pistola e del tesserino da maresciallo scelto. In poche ore, per Schwazer, due enormi porzioni di vita buttate nel fosso. Per cosa?



In questo momento indagano su di lui quattro procure, quella di Padova, di Bolzano, del Tribunale militare e quella del Coni; poi c’è l’Interpol di Lione che insieme alla Guardia di finanza e ai carabinieri del Nas sta chiudendo il cerchio delle indagini; poi ci sono gli esperti della Wada che ora vorrebbero riesumare anche le analisi dell’oro di Pechino; e infine Cio, Coni, Iaaf e Fidal che a vario titolo sono parti in causa. Si cercano anche altri personaggi coinvolti nella vicenda, perché la versione «Epo fai da te» dell’atleta è stata accolta con una certa stizza dagli investigatori e dal Coni.



Il presidente Petrucci da Londra ha fatto balenare un’apertura dicendo: «Mi auguro che adesso Schwaizer possa diventare un testimonial della lotta al doping», parole che l’ex dominatore di Pechino sembra condividere visto che sul suo sito ha scritto «Ho a casa quattro medaglie ma la vita è tutt’altro, è assurdo perdere parenti e amici per andare più forte in una gara». Tranchant invece il ministro dello sport Piero Gnudi che ha detto: «Chi usa sostanze dopanti deve restare fuori dallo sport, alterare i risultati è una scorciatoia inaccettabile».



Ma l’affare Schwazer è ormai un intrigo (e una zuffa) internazionale, visto che dopo le dichiarazioni dell’atleta di mercoledì - «ho comprato l’Epo ad Antalya, il farmacista ha preso i soldi e non ha fatto domande, in Italia non sarei stato in grado di procurarmi quella roba» - anche il governo turco si è risentito e ha chiesto verifiche, forse perché Istanbul è attualmente la favorita tra le città candidate ad ospitare i Giochi del 2020 (su Tokyo e Madrid) e ovviamente una pubblicità di come si compra bene il doping in Turchia è una bomba a orologeria piazzata sulle speranze del Paese. Di più: ieri persino l’ordine dei farmacisti turco ha attaccato: «Schwazer ci dica in quale farmacia ha comprato l’Epo, nel nostro paese per questi medicinali abbiamo un registro entrate-uscite, ogni fase è monitorata e i controlli sono ferrei.Perché allora dice quelle cose?».



Siamo appena agli inizi, ovvio, nell’attesa due sponsor sono rimasti con Alex ma la fuga degli altri costerà al ragazzo un milioncino di euro. Intanto, si muove anche la fidanzata Carolina Kostner: organizzata una conferenza stampa per lunedi 20 agosto. Lo ama, ma forse anche lei vuole dare una versine.
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