«Viva gli anni Ottanta»: ecco “Sapore di te”, il nuovo film dei Vanzina che rivisita il successo del 1983 “Sapore di sale”

"Sapore di te", il nuovo film dei fratelli Vanzina
di Gloria Satta
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Venerdì 10 Gennaio 2014, 15:05 - Ultimo aggiornamento: 14 Gennaio, 20:31
Per essere un sequel, arriva in ritardo. E non stato programmato a tavolino. «Se avessimo voluto cavalcare il successo di Sapore di mare, che nel lontano 1983 sbancò i botteghini e lanciò la nostra carriera, avremmo girato Sapore di te già trent’anni fa», spiegano Carlo ed Enrico Vanzina. Invece sbarca oggi nei cinema, con Medusa, il nuovo film che i fratelli d’oro della commedia italiana (il primo regista, il secondo sceneggiatore) hanno realizzato come prosecuzione ideale, o meglio come rivisitazione, del loro antico “cult”: Sapore di te.



Siamo negli anni Ottanta, ancora una volta in vacanza al mare, a Forte dei Marmi. Nel corso di due estati s’intrecciano le vicende dei vari protagonisti: due universitari innamorati della stessa ragazzina, il playboy che mette la testa a posto, il politico ballerino, il bagnino lumacone, la moglie tradita, la giovane amante di un uomo sposato, il romanista incallito, la soubrette rampante...



Sullo sfondo s’intuisce l’Italia del craxismo, del benessere ostentato, di Drive In. E a dar vita a questo «romanzo sentimentale sull’amore, sull’amicizia, sul destino e sul successo» è un bel gruppo di attori italiani: Serena Autieri, Nancy Brilli, Giorgio Pasotti, Martina Stella, Katy Saunders, Eugenio Franceschini, Virginie Marsan, Vincenzo Salemme, Matteo Leoni e lo strepitoso Maurizio Mattioli.



Perché proprio gli anni Ottanta? «Perché in quell’epoca eravamo tutti ottimisti e credevamo ancora nell’amore e nel sentimento», risponde Carlo Vanzina. «Ci è sembrato bello ricordarlo oggi che si respira tutta un’altra aria e tutto appare grigio, disperato». Aggiunge Enrico: «Spero che i giovani apprezzino la nostra scommessa di abbinare la commedia al romanticismo senza volgarità né parolacce. È proprio questo il cinema che sappiamo fare e facciamo da sempre. Potremmo dire di aver realizzato un film di Natale meno aggressivo». In coro: «Gli anni Ottanta godono di una pessima reputazione, ma hanno espresso la musica e il cinema migliori».



Trent’anni fa era anche l’epoca di nani e ballerine... «All’inizio avevamo previsto dei riferimenti espliciti al clima politico di quel momento», spiega Carlo, «poi li abbiamo soppressi: non volevamo far diventare il film un trattatello di sociologia».



Felici gli attori, a cominciare da Mattioli che fa un commerciante, romanista sfegatato, che chiede aiuto al ministro Salemme in cambio di un favore: «Ho messo nel film tutta la mia romanità», spiega, «anche se il personaggio che interpreto questa volta è più sobrio del solito, ricco di buoni sentimenti nei confronti della moglie e della figlia». Salemme è un ministro fedifrago e pasticcione ma assicura di non essersi ispirato a nessuna figura reale: «Non si può sempre parlare male dei politici, ci sono anche quelli che lavorano bene», dice.



Commedia Quanto è cambiata la commedia firmata Vanzina dagli anni Ottanta? «Quando rivedo i nostri vecchi film», risponde Carlo, «ritrovo una grande energia e la capacità che avevamo di buttarci senza paracadute.Eccezziunale veramente, uno dei nostri maggiori successi, venne realizzato di getto, senza calcoli. Come tutte le commedie che sono venute dopo, del resto: abbiamo sempre fatto un cinema autentico, divertente e con un pizzico di tenerezza, nato dall’osservazione della realtà ma mai grottesco».



Precisa Enrico: «I nostri personaggi li abbiamo sempre amati. Ce lo ha insegnato Monicelli».
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