Riforme Boschi: «Niente passi indietro». Scatta il duello sull’immunità

Il ministro Maria Elena Boschi
di Mario Stanganelli
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Domenica 22 Giugno 2014, 12:21 - Ultimo aggiornamento: 23 Giugno, 01:42

Dopo l’accordo di venerd tra maggioranza, FI e Lega il processo delle riforme sembra aver subito un’accelerazione difficilmente reversibile. La ministra Maria Elena Boschi dichiara - soprattutto in vista dell’incontro di mercoledì con la delegazione di M5S che, tra l’altro, presenterà al Pd la sua proposta di legge elettorale - che «non si faranno passi indietro. Non vogliamo procedere solo a maggioranza, apprezziamo i ripensamenti di Grillo e della Lega, ma - ha affermato la titolare delle Riforme - non si può ricominciare da capo e ritardare il processo buttando all’aria il lavoro fatto finora. Le riforme costituzionali hanno compiuto ieri un passo positivo e il primo sì del Senato ci sarà entro luglio». L’ottimismo della ministra, al di là di qualche frenata che si registra in Forza Italia, si fonda sul fatto che in questi giorni è stato proprio il patto tra Pd e forzisti a reggere e a dare consistenza alla spinta riformatrice, a dispetto soprattutto dei tentativi di interdizione del M5S. La Boschi ha infatti osservato che «il Pd si è rivolto a tutti i partiti, ma fino ad oggi solo Forza Italia, per l’opposizione, ha deciso di partecipare a questo processo di riforme». E a chi gli riproponeva la considerazione dei grillini che il Pd sta facendo le riforme con un partito guidato da un pregiudicato, il ministro delle Riforme ha ribattuto: «Noi stiamo facendo le riforme con un partito che rappresenta milioni di cittadini e che siede in Parlamento».

TRENO IN MARCIA

Il treno delle riforme sembra quindi in marcia e, probabilmente non saranno alcune perplessità avanzate in queste ore a doverlo fermare. Né sembra uscire dai binari di una trattativa destinata ad andare verso la sua conclusione la frenata dell’azzurro Paolo Romani: «Tutti parlano di accordo fatto - dice il capogruppo di FI al Senato -. Abbiamo fatto dei progressi, ma non siamo sicuramente all’ultimo metro. Rimane molto a fare...».

E tra le cose ancora da mettere concretamente con i piedi per terra sembra esserci la questione sorta con la presentazione in commissione Affari costituzionali degli emendamenti al ddl di riforma del Senato dei due relatori Anna Finocchiaro e Roberto Calderoli, e cioè quella dell’immunità parlamentare che i senatori dovrebbero conservare anche nella futura assemblea di palazzo Madama. La stessa Boschi si è mostrata aperta a soluzioni diverse: «Si tratta di una proposta dei relatori, vedremo che accadrà in seguito». E sulla stessa ipotesi che ha già destato più di qualche dubbio interviene lo stesso Calderoli: «Se suscita perplessità il fatto che deputati e senatori abbiano la medesima forma di immunità, allora - ha detto l’esponente della Lega - come relatore propongo di togliere l’immunità sia ai deputati che ai senatori. Tutti siano trattati come cittadini comuni».

Altra questione non chiusa è quella delle preferenze. FI non le vuole. Ncd sì. Il Pd è diviso al proprio interno e Maria Elena Boschi ammette: «E’ un punto aperto nel nostro partito. Si può discutere di tutto, ma spesso - aggiunge la ministra - i soggetti che appoggiano una scelta diretta dei cittadini, riconoscono anche ai partiti la capacità di selezionare chi va in Parlamento, come dimostrato dalle primarie».

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