Riforma, la frode fiscale resta reato: svolta sull’Iva, c'è anche la tassa flat

Riforma, la frode fiscale resta reato: svolta sull’Iva, c'è anche la tassa flat
di Andrea Bassi
3 Minuti di Lettura
Sabato 6 Giugno 2015, 08:57 - Ultimo aggiornamento: 8 Giugno, 15:21
Cinque decreti. Ma che potrebbero salire fino a sette. La macchina della riforma fiscale del governo si rimette in moto dopo l’incidente della cosiddetta «norma salva Berlusconi», la depenalizzazione per le frodi fiscali inferiori al 3% del reddito imponibile introdotta nel testo approvato dal consiglio dei ministri lo scorso 24 dicembre che poi il governo era stato costretto a ritirare. Il pacchetto di decreti per riformare il Fisco, dovrebbero arrivare tutti insieme nel consiglio dei ministri del 16 giugno prossimo, in anticipo sulla scadenza inizialmente fissata al 27 del mese. La prima novità riguarda proprio la norma salva-Berlusconi, la depenalizzazione delle frodi fiscali non ci sarà. Chi evade il Fisco usando false fatture o altri meccanismi fraudolenti sarà sempre punito con sanzioni penali, con il carcere fino a sei anni e la confisca dei proventi del reato.



LE LIMATURE

Non è ancora chiaro se la soglia del 3% rimarrà per i comportamenti non fraudolenti (come vorrebbero alcuni consulenti del premier) o se verrà definitivamente cancellata (come invece vorrebbe il Tesoro). Salta anche un’altra depenalizzazione che nella prima versione, quella della vigilia dello scorso Natale, aveva fatto discutere: la non punibilità delle fatture false inferiori a mille euro.



Si salverebbe invece la non punibilità degli omessi versamenti Iva, uno dei”reati” legati alla crisi, per cui pur presentando regolarmente la dichiarazione d’imposta poi l’imprenditore non versa il dovuto per mancanza di liquidità. Anche su questo punto le linee sarebbero ancora due, con una più estrema che punterebbe ad una depenalizzazione totale. Il secondo decreto pronto per l’approvazione è quello per la riforma del catasto. Anche questo testo nella sostanza ricalca quello già esaminato dal consiglio dei ministri e che prevede il passaggio dal sistema dei vani a quello dei metri quadri, uno dei passaggi per adeguare il valore catastale a quello di mercato. Uno dei nodi da sciogliere riguarda i cosiddetti «imbullonati», in pratica i macchinari industriali che oggi pagano l’imposta municipale come se fossero essi stessi degli immobili. Confindustria da tempo si batte per superare questa stortura del sistema. E il decreto soddisfa questa aspettativa. Gli unici opifici che continueranno a pagare l’Imu sui macchinari saranno le centrali elettriche anche perché, spiega una fonte al lavoro sul dossier, hanno già ottenuto un beneficio di un miliardo l’anno grazie alla cancellazione della Robin Tax ad opera della Corte Costituzionale.

Un altro decreto di attuazione della riforma fiscale atteso sul tavolo del consiglio dei ministri del 16 giugno, è quello sull’evasione e sull’erosione fiscale, ribattezzato anche come «fondo taglia-tasse». Ogni anno il governo dovrà fornire una stima dell’impatto delle misure per il recupero dell’evasione.



LA MISURA

I fondi effettivamente recuperati finirebbero in un calderone per la riduzione della pressione fiscale. Così come la revisione delle agevolazioni fiscali, la cosiddetta «tax expenditures», diventerebbe un appuntamento fisso annuale. Anche in questo caso i risparmi ottenuti verrebbero utilizzati per la riduzione delle tasse. Per quest’anno la prima stima parla di una sforbiciata di 1,6 miliardi di euro. Tra i provvedimenti potrebbe trovare spazio, nel caso in cui ci fossero le risorse, anche la revisione dei minimi, la tassazione agevolata per le partite Iva. Fino a 30 mila euro ci sarebbe un prelievo forfettario del 15%, ma con un’aliquota più bassa, attorno al 5%, per i primi cinque anni di attività. Pronto anche il decreto sui giochi, che introdurrà nuovi limiti (una macchinetta ogni 7 metri quadri) per le slot machine e una nuova tassazione basata sul margine e non sulle giocate, che secondo la relazione tecnica comporterà maggiori incassi per 584 milioni). Intanto al prossimo consiglio dei ministri, la prossima settimana, è atteso un decreto sugli enti locali che, tra le altre cose, sbloccherà 520 milioni per le detrazioni dei Comuni sulla Tasi.
© RIPRODUZIONE RISERVATA