Regionali, Berlusconi: c'è aria avvelenata
Di Pietro: mandiamo a casa il dittatorello

Il presidnte del Consiglio, Silvio Berlusconi
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Domenica 14 Marzo 2010, 13:21 - Ultimo aggiornamento: 11 Aprile, 23:59
ROMA (14 marzo) - Oggi qui una bellissima giornata perch siamo lontani dall'atmosfera avvelenata in cui siamo costretti a stare soprattutto in questi ultimi giorni. Qui ho sentito solo parole positive: così il premier Silvio Berlusconi ha iniziato il suo discorso in occasione della celebrazione dei 90 anni di don Luigi Verzè, presidente e fondatore dell'ospedale San Raffaele di Milano. «A Napoli si dice "tengo o' core into o' zucchero". Questa mattina ho il cuore che è uno zucchero che più zucchero non si può».



«Mandiamo a casa il dittatorello». «I cittadini, già da queste elezioni regionali e poi con le prossime politiche, devono rimandare a casa il dittatorello Berlusconi - ha detto oggi il leader dell'Idv, Antonio Di Pietro - E' stato lo stesso presidente del Consiglio a voler dare alle prossime amministrative un valore politico nazionale. E allora io ribadisco che in questi due anni e mezzo di governo Berlusconi abbiamo avuto a che fare con un Parlamento bloccato solo nel fare leggi ad personam e con un governo che si è disinteressato totalmente dei veri problemi da affrontare. Mi pare quindi che ci siano tutte le premesse per dire che i cittadini, con il voto di fine mese, devono rimandare a casa il dittatorello nostrano prima che sia troppo tardi».



Capezzone: Di Pietro responsabile clima d'odio. «L'insuccesso di ieri a Piazza del Popolo deve aver dato alla testa a Di Pietro, che oggi si gonfia come la rana della favola - replica il portavoce del Pdl, Daniele Capezzone - Ma non c'è da scherzare. Che si tratti delle vicende Rai o della campagna per le regionali, Di Pietro è uno dei principali artefici dell'avvelenamento giustamente denunciato dal presidente Berlusconi. E' l'ex pm che ogni giorno pronuncia parole violente; è lui che ogni giorno istiga all'odio contro la maggioranza; è lui tratta gli altri come nemici da abbattere. Ed è avvilente che, sul palco di Piazza del Popolo, nessun leader o sottoleader della sinistra abbia osato prendere le distanze. Tutti sottomessi all'Idv e alla sua predicazione incendiaria».



Bonino: Consiglio di Stato? Non me ne rallegro, ma sia da monito. «Non me ne rallegro in modo particolare. Dico che le regole o valgono per tutti o l'intero gioco è falsato»: così la candidata del centrosinistra alla presidenza della Regione Lazio, Emma Bonino, commenta la decisione del Consiglio di Stato sulla lista del Pdl. «Certo - dice la Bonino - nessuno si è emozionato troppo per il fatto che 400.000 elettori della lista Bonino-Pannella non potranno votarla, ma credo che tutti abbiano realizzato che questa legge nell'era dell'autocertificazione è come minimo arcaica visto che bisogna stare sotto la pioggia per cercare un autenticatore. Serve una riforma legislativa che risolva questo problema. Forse a questo punto appare più chiaro lo scopo del mio sciopero della sete di 110 ore come contributo di denuncia dell'illegalità. Il problema non è risolto. Non mi rallegro, ma aver messo in luce quello che denunciamo da anni è un contributo di chiarezza che abbiamo saputo dare ai cittadini italiani. E' stato fatto poi, in maniera arrogante, un decreto. Io dico: chi deve decidere decida, ma spero che ci sia stato un monito per il futuro».



Polverini: la candidata c'è e il Pdl è con noi. «Spero che da oggi tutti insieme riusciamo a garantire un'informazione corretta a tutti gli elettori del Lazio, in particolare a quelli di Roma e provincia» ha detto la candidata del centrodestra a presidente della Regione Lazio, Renata Polverini, che ha partecipato stamani a Piazza del Popolo ad una iniziativa, con i capigruppi del Pdl di Camera e Senato, Fabrizio Cicchitto e Maurizio Gasparri, per fare chiarezza sul voto del 28 e 29 marzo alla luce dello stop alla lista provinciale di Roma del Pdl, imposto dal Consiglio di Stato. «Va chiarito - ha aggiunto Polverini - che c'è una coalizione di centrodestra con una candidata, che si chiama Renata Polverini, sostenuta da tanti partiti, e con il Pdl che comunque la voterà e addirittura si impegnerà sulla lista civica perché questo è il modo per poter interpretare anche tutte le esigenze degli elettori che sono rimasti esclusi soltanto a Roma, e che possono ritrovarsi nella sua persona e nella sua lista civica. Va detto poi che ci sono candidati nel mio listino che rappresentano il Pdl e che, votando me, saranno comunque eletti consiglieri. Va chiarito anche che nelle altre quattro province il Pdl è presente con la sua lista. Si è generata troppa confusione, bisogna invitare le persone ad andare a votare per cambiare questa regione, perché il suo sfascio è stato causato dal centrosinistra guidato da Piero Marrazzo».



Cicchitto: i nostri voti alla lista civica Polverini. «Noi oggi diamo una svolta a questa campagna elettorale: se continuano i ricorsi, diamo a questo punto indicazione di voto a Renata Polverini, e riverseremo i voti sulla sua lista - ha detto il presidente dei deputati del Pdl, Fabrizio Cicchitto - Dobbiamo sconfiggere questi ladri di voti e di liste, perché non c'è dubbio che rimane un vulnus alle regole, perché la lista del Pdl qui non si presenta. Ci hanno scippato la lista, ma non ci scipperanno il presidente: questa non gliela diamo vinta».



Casini: lotte nel Pdl Lazio causa ritardo lista. Il leader dell'Udc, Pier Ferdinando Casini, è «dispiaciuto» dell'esclusione della lista del Pdl alle elezioni regionali del Lazio, dove l'Udc appoggia la candidata del centrodestra Renata Polverini. Parlando ad Ancona, ad un'iniziativa del suo partito, ha ammesso: «Diciamocelo pure: sappiamo tutti che le lotte continue dentro il Pdl hanno fatto cambiare i nomi della lista fino all'ultimo momento, eccetera, eccetera...».



«Lavoro ad alternativa seria, parto dalle Marche». Il «laboratorio» politico delle Marche, dove Pd, Udc e Idv ricandidano il governatore uscente Gian Mario Spacca, è «molto importante» per Casini. «C'è una via originale - ha detto - ed è una via originale seria. Si è cambiata pagina: la sinistra radicale è stata lasciata a se stessa. E c'è un esperimento serio. Un incontro fra riformatori e moderati. Credo che possa essere una strada significativa anche rispetto a quello che capita in Italia. in questa fase della vita della nazione c'è bisogno che ciascuno dia il suo contributo a creare un'idea di alternativa». Ad un giornalista che gli faceva notare che l'esperimento non è omogeneo in tutta la regione (a Macerata l'Udc sostiene il candidato sindaco del Pdl) Casini ha replicato: «Ci sono patti diversi e storie diverse. Ogni storia è a sé. Dieci anni fa eravamo con il centrodestra».



Regole day: Bersani soddisfatto ma pensa a Udc. Una prova di forza riuscita contro il governo, un test superato verso «l'unità delle opposizioni e l'alternativa». Il giorno dopo piazza del Popolo, Pier Luigi Bersani è soddisfatto. Ma, se gli attacchi della maggioranza gli provocano ironia sulla destra in piazza sabato prossimo, dispiace che il leader Udc Pier Ferdinando Casini non abbia cambiato idea sulla manifestazione. «È stata una piazza costituzionale, non c'è stato alcun attacco alle istituzioni», è la replica a distanza del leader Pd mentre Casini individua nell'alleanza Pd-Idv-Udc senza sinistra radicale, nelle Marche, «un esperimento serio per l'alternativa».
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