Elezioni, Italia al voto in sette Regioni: oggi seggi aperti dalle ore 7 alle 23

Elezioni, Italia al voto in sette Regioni: oggi seggi aperti dalle ore 7 alle 23
di Mario Ajello
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Domenica 31 Maggio 2015, 00:32 - Ultimo aggiornamento: 09:37

ROMA - Quasi ventidue milioni al voto. In sette regioni. Più mille comuni, come Venezia, Empoli, Enna e Matera. In ognuna delle sette regioni - seggi aperti oggi dalle 7 alla 23 - si gioca una partita che, al di là delle questioni territoriali rivelatesi quasi assenti in questa campagna elettorale, è molto di tipo nazionale. Si tratta di vedere se il mito dell’invincibilità di Matteo Renzi resiste (il 6 a 1 lo confermerebbe ma il 4 a 3 no); se l’ultima sfida di Silvio Berlusconi riesce (non perdere troppo e rilanciare la sua leadership); se l’ascesa di Matteo Salvini a guida della destra nazionale ha basi per concretizzarsi; se l’area di centro, con Alfano, Fitto, Tosi, può aspirare a dire la sua in maniera forte nella ricostruzione del fronte moderato.

OHIO

La Liguria è l’Ohio di questa tornata elettorale. E’ la regione più incerta di tutte. Se Renzi perde questa partita, a favore dei grillini o del berlusconiano Toti, sarà per effetto di quella «sinistra masochista» che non è rappresentata solo da Civati e dal suo candidato locale ma anche dal sindacato. Che - grande novità di queste elezioni - ha dato per bocca di Susanna Camusso l’indicazione di votare scheda bianca. Rompendo il patto storico che da sempre lega la Cgil con il Pci-Pds-Ds-Pd. Occorre vedere chi tra Forza Italia e Lega, anche in Umbria, Toscana, Marche, Puglia, prende più voti. Su questo - il sorpasso a destra - si giocano le chance di Salvini di diventare il vero avversario di Renzi su scala italiana in vista delle prossime politiche nel 2018. La Campania è sotto i riflettori per la questione degli impresentabili, lo sarà ancora di più dopo il voto - nel caso vinca Vincenzo De Luca - per la decadenza del neo-governatore in virtù dell’apposita legge, ma è anche il terreno in cui i grillini, e lo stesso discorso vale per la Liguria, possono piazzarsi molto bene. Senza Grillo - praticamente assente in campagna elettorale - i 5 Stelle possono risorgere? E’ una delle questioni sul piatto di questo voto. Che in Umbria e in Toscana, più nella seconda che nella prima, dovrebbe essere favorevole al Pd: ma di un Pd non renziano, così come quasi tutti i Pd locali, e una forte affermazione dem in queste regioni significherebbe un sollievo per l’ex Ditta bersaniana e tante nuove battaglie interne al partito.

PARADOSSI

Un comunista d’antan, molto chiacchierato, si gioca la partita da sindaco ad Enna: e si tratta di Mirello Crisafulli. Il Pd lo ha giudicato impresentabile e lui corre in proprio, con ottime possibilità. A Venezia, invece, è anti-renziano il candidato sindaco del Pd - il senatore Felice Casson - e sembra più renziano di lui («Adoro il Jobs Act», dice per esempio) lo sfidante forzista, Luigi Brugnaro. Valgono come un voto di mid-term queste regionali: Renzi teme che tutto venga addossato a lui e questo spiega la preoccupazione che nelle ultime ore gli si legge sul viso e nelle parole. Anche perchè si prevede un alto tasso di astensionismo (in Emilia Romagna nel novembre scorso ha votato solo il 37,6 per cento) e ciò sarebbe per tutti un brutto segnale.

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