Gli sprechi della Rai: duplicazione delle sedi e 30mila contratti di collaborazione

Il cavallo di viale Mazzini
di Claudio Marincola
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Domenica 1 Giugno 2014, 16:11 - Ultimo aggiornamento: 16:12
Il piano per evitare che il cavallo di viale Mazzini si trasformi nel simbolo della disfatta sta per scattare. Gi mercoled prossimo il dg Gubitosi inizier a comunicare qualcosa di definitivo nell’audizione del Cda in commissione di Vigilanza. La strada è intrapresa. E non si torna indietro: riduzione del numero delle sedi, stop ai privilegi, risparmi sulle trasferte, controlli più severi sui rimborsi e persino sulle note a pie’ di lista.



Il clima è questo. Lacrime e sangue, appunto. Cioè lotta agli sprechi ormai insostenibili per un gigante che senza i 150 milioni che il governo ha preteso come «prelievo forzoso» mostra gambe d’argilla. É la direzione che il commissario per la spending review Carlo Cottarelli aveva indicato. Le 24 sedi regionali si sono trasformate in megastrutture disarticolate. Sono troppe. Potrebbero saltare i doppioni: la sede di Sassari, inaugurata nel 1966, «in considerazione della specificità geografica della Regione a statuto speciale» ora è un lusso. E sicuramente non sono pochi i 1100 metri quadrati a disposizione di un manipolo di giornalisti e operatori. Cagliari, più un piccolo presidio logistico, può bastare. Se n’era già parlato in passato sollevando un polverone.



LE LOBBY

A segnalarsi nella difesa degli spazi aziendali era stato il senatore Silvio Lai, esponente del Pd, lo stesso partito che ora chiede al management di viale Mazzini di intervenire con il bisturi. Un caso classico di lobbing territoriale in contrasto con le indicazioni di partito. Stesso discorso per la sede di Catania che in Sicilia si aggiunge all’Auditorium palermitano di viale Strasburgo. «Le eruzioni dell’Etna si possono riprendere tranquillamente affittando un piccolo locale sul posto», scherza ma non troppo un esponente dem che preferisce l’anonimato. Nessuno vuole esporsi a nuove colate di polemiche locali. Rischia la chiusura o l’accorpamento anche la sede di Trieste visto che in Friuli Venezia Giulia c’è già Udine e che palazzo Labia, a Campo San Geremia, Cannaregio, Venezia, è in laguna. Discorso analogo anche per Molise e Basilicata. «Il direttore generale ha chiarito che non ci saranno riduzioni di personale e che la Rai resterà competitiva. Non capisco allora lo sciopero contro il governo, né di che cosa stiamo parlando», fa notare Michele Anzaldi, segretario della Commissione di Vigilanza Rai. Il ricorso alle nuove tecnologie ha reso obsolete le strutture, esagerata la distribuzione degli spazi. Discorso simile per i collaboratori. É difficile quantificare il numero di consulenti esterni: trentamila secondo un censimento mai smentito. Per troppi anni la Rai, un’azienda che ha fatto e raccontato la storia e la vita democratica del nostro Paese, ha rappresentato il favo intorno a cui le vespe hanno continuato a sciamare. Altro capitolo: la connection magiara. «Avevate promesso che non si sarebbe più fatto ricorso alle esternalizzazioni: come spiega allora i 4 milioni di euro che sono stati spesi per produrre dalla Casanova di Barbareschi la fiction su Pietro Mennea girata in gran parte in Ungheria?», ha chiesto il consigliere Cinquestelle Airola, ai vertici Rai. Si attende risposta.



L’azienda - intendiamoci - non è alla canna del gas, sul punto di portare i libri in tribunale ma non gode ottima salute. Così che sotto la lente di ingrandimento sono finiti gli stipendi dei 13 mila dipendenti. Sotto la lente degli «esperti» anche le retribuzioni dello scorso 1°maggio, un cosiddetto superfestivo. Gli amministrativi hanno incassato 2,5 volte la paga ordinaria; per i giornalisti il moltiplicatore è stato 3,6. Sarà anche per questo che la spedizione per i Mondiali in Brasile ha subìto una sostanziale sforbiciata. Il budget che era di 8 milioni, è sceso a circa 3 milioni, con riduzione di mezzi, trasmissioni in loco e personale. Dai 45 tecnici e giornalisti previsti, che già rappresentavano una riduzione del 20% rispetto alla delegazione che 4 anni fa andò in Sudafrica, si è arrivati a 18.



Per montare le immagini delle partite bisognerà arrangiarsi e fare in fretta. Sperando che non sia un autogol.

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