Pulp Fiction, torna in sala dopo 20 anni il capolavoro di Tarantino

Uma Thurman
di Gloria Satta
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Lunedì 24 Febbraio 2014, 13:16 - Ultimo aggiornamento: 26 Febbraio, 11:31
Pulp Fiction compie vent’anni e torna nelle sale: sar The Space Cinema a distribuire prossimamente il film che nel 1994 vinse la Palma d’oro a Cannes, l’Oscar per la sceneggiatura (su 7 nomination) e consacrò il genio del poco più che trentenne Quentin Tarantino, alla seconda regia. Violenza, humour nero, stile sopra le righe, dialoghi fulminanti, gag memorabili, la colonna sonora rock e blues e un cast di attori strepitosi (da John Travolta a Uma Thurman, Samuel L. Jackson, Bruce Willis, Harvey Keitel, Tim Roth, Maria de Medeiros, Christopher Walken, lo stesso Tarantino) hanno fatto di Pulp Fiction un cult che non passa mai di moda.

Costato appena 8 milioni di dollari (di cui 5 andati agli attori), il film ne incassò negli Usa 108, nel resto del mondo 213 e l’equivalente di 4 milioni e 800mila euro in Italia. Il titolo si rifà ai “pulp magazine” che negli anni 30-40 pubblicavano racconti criminali tanto popolari quanto eccessivi. Tarantino, gran maestro nel ”riciclo” di generi, in tandem con lo sceneggiatore Roger Avary (dal quale avrebbe poi ”divorziato”) ha concepito quattro storie di violenza che s’intersecano secondo una struttura narrativa circolare che va avanti e indietro nel tempo.



PUPE E SICARI

Al centro delle storie sono rapinatori di tavole calde, sicari, pupe strafatte, pugili suonati, spacciatori, misteriose valigette, orologi d’oro, sodomizzazioni, cadaveri crivellati. Icone cinematografiche: il killer che spara citando i versetti biblici di Ezechiele (Jackson), il gangster che legge seduto sul water (Travolta), il criminale ”che risolve problemi” (Keitel), la moglie drogata del boss (Thurman). La parola ”fuck” risuona 271 volte e ci sono scene tuttora citatissime come la gara di twist di Travolta e Uma Thurman sulle note diYou Never Can Tell di Chuck Berry e l’iniezione di adrenalina che un allucinato Travolta pratica sullo sterno di Uma finita in overdose: proprio per quella sequenza, quasi fumettistica, la censura italiana vietòPulp Fiction ai minori di 18 anni. Successivamente il divieto fu ritirato e il film passò in tv in seconda serata.

Già nel 1992 Tarantino, ex commesso di videostore, si era segnalato con l’opera prima Le Iene. Ma perc essere accolto nel club dei maestri ci volle due anni dopo l’invito a Cannes da parte di Gilles Jacob, ineguagliabile talent scout. La giuria guidata da Clint Eastwood impazzì per Pulp Fiction in quell’edizione molto generosa con gli italiani (Virna Lisi vinse per l’interpretazione in Reine Margot, Moretti fu incoronato miglior regista per Caro Diario).E Tarantino batté il favorito Kieslowski, in gara a Cannes con Tre colori: rosso.



LA VIOLENZA

Insieme con la Palma d’oro, s’intensificarono le accuse di violenza eccessiva e compiaciuta che ancora oggi accompagnano il regista americano. Quentin si difese così: «La violenza fa parte del mondo». Non solo: «Al cinema la violenza ha un valore estetico» aggiunse, spiegando che Pulp Fiction era nato dal suo amore per il genere criminale e dall’esperienza personale: «Sono cresciuto a South Bay, quartiere poco raccomandabile di Los Angeles, e ne ho viste di tutti i colori. Nel film ho mescolato i miei ricordi con l’immaginazione».

Inserito dall’American Film Insitute nella lista dei cento migliori titoli della storia, entrato di recente a far parte dell’archivio della Biblioteca del Congresso, Pulp Fiction deve molto alla colonna sonora che ricrea la violenza e l’umorismo delle storie mescolando rock, funk, blues e autori diversi come Al Green, Ricky Nelson, Dusty Springfield, Urge Overkill, Chuck Berry.

Il film ha rilanciato il termine pulp come sinonimo di contenuti forti e brutalità esagerata. E ha fatto la fortuna dei protagonisti a partire da Travolta. Pensare che prima di lui era stato preso in esame Daniel Day-Lewis. Tarantino faticò poi per convincere Uma Thurman a fare la pupa del gangster mentre erano in stand by Isabella Rossellini, Michelle Pfeiffer, Meg Ryan, Daryl Hannah. Che ancora si mordono le mani.
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