Droga, solitudine e speranza in "Presto farà giorno", l'ultimo film con Ludovico Fremont

Ludovico Fremont al Messaggero Tv
di Veronica Cursi
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Lunedì 17 Marzo 2014, 11:49 - Ultimo aggiornamento: 19 Marzo, 22:23

Tre personaggi con le loro insicurezze che rincorrono il bisogno di affermare la propria identit, trovandosi spesso a scegliere strade sbagliate.

E’ la storia al centro di "Presto farà giorno”, film drammatico che segna il debutto alla regia di Giuseppe Ferlito, nelle sale di tutta Italia dal 20 marzo.

Una storia di amore e odio, di luci e ombre, di scelte che segnano il destino, che vede tra i protagonisti attori esordienti come Ami Codovini e Valerio Morigi, ma anche stelle del cinema italiano e non solo, come Chiara Caselli nei panni di una madre in lotta e Ludovico Fremont, il popolare Walter dei Cesaroni, ormai cresciuto e pronto al grande schermo, che nel film interpreta un ragazzo disposto a tutto pur di conquistare denaro e successo.

Proprio Fremont e il regista Ferlito ospiti al Messaggero raccontano la pellicola in uscita: un film che entrambi definiscono «coraggioso perché trattato senza perbenismi». «Presto farà giorno - spiega Ferlito - è una storia difficile ma anche molto attuale che racconta le fragilità degli adolescenti, il rapporto conflittuale con i genitori, un film che parla di solitudine ma anche di speranza dimostrando in fondo come dai fallimenti ci si possa sempre rialzare».

Dopo aver collaborato con registi del calibro di Ermanno Olmi, Steven Sodebergh (nel film Che Guevara), ed aver sceneggiato il film “88” del regista spagnolo Jordì Mollà, per Ferlito è arrivata anche la sua occasione, grazie anche alla casa di produzione “Settima entertaiment” che ha creduto nel suo progetto.

La protagonista, Mary, è una adolescente di buona famiglia che si innamora di Loris un ragazzo più grande e di ceto sociale inferiore. Il conflitto di Mary con la madre la spingerà a seguire Loris nella sua vita sbandata, fatta di eccessi e di droghe. Quando rischierà di morire per un collasso provocato dalla droga, la madre, incapace di gestire la situazione, la farà ricoverare in una clinica privata. E lì le vite dei due ragazzi prenderanno strade diverse.

«E’ una storia borderline - spiega Fremont - ma molto attuale al giorno d’oggi: temi come la droga, gli eccessi, la rincorsa disperata al successo sono spesso tra le prime pagine di tutti i giornali. Oggi i ragazzi pensano che la via più semplice sia spesso la migliore, non è così: il più delle volte è proprio dalle difficoltà che si tira fuori il carattere. In questo film le uniche vittime raccontate, sono vittime di se stesse, dell'incapacità di fare scelte diverse e coraggiose.

E Ludovico di scelte ne ha dovute fare parecchie, 31 anni e una popolarità che gli è piombata addosso con la serie tv i Cesaroni e che ha dovuto imparare a gestire. Ancora oggi per strada lo riconoscono come Walter, l’amico scapestrato e simpatico della famiglia. «Un personaggio che non smetterò mai di ringraziare - ammette - Devo molto ai Cesaroni, sia a livello recitativo che umano. Ho un bellissimo ricordo della serie, senza contare il rapporto stupendo che ho con Max Tortora, un geniaccio della comicità. I Cesaroni mi hanno dato popolarità, un animale che ho dovuto imparare a tenere a bada, perché a volte il successo rischia di farti perdere i punti di riferimento.

E Fremont, padre francesce ma «romano doc», ha imparato che nella vita ci sono delle priorità: «L'appoggio della famiglia e degli amici innanzitutto, rimanere sempre se stessi per non crollare». Oggi guarda avanti: cinema, tv, teatro: «Recitare è la mia vita - ammette - Ho cominciato giovanissimo e ho avuto la fortuna di imbattermi sempre in prodotti di qualità, quest'ultimo film lo dimostra. E’ quello che amo fare, che mi rende felice e che spero di continuare a fare per tutta la vita».

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