Prandelli: «O resto ct o mi fermo»
Abete: «Presto incontro per il rinnovo»

Prandelli: «O resto ct o mi fermo» Abete: «Presto incontro per il rinnovo»
di Ugo Trani
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Venerdì 7 Marzo 2014, 01:09 - Ultimo aggiornamento: 12:47
Ci vedremo, parleremo e decideremo sul futuro. Ma dico una cosa da subito: se trovo l'accordo per il rinnovo bene, altrimenti sto fermo per un anno. Cos tolgo tutti dall'imbarazzo, anche me: il mondiale troppo importante. Prandelli è atterrato a Roma, giovedì all’alba. Tornerà nella capitale lunedì mattina per lo stage di tre giorni, ma non è detto che incontrerà il presidente federale Abete (impegnato fino a martedì compreso) e l’incontro potrebbe slittare di un’altra settimana.

Ieri Abete gli ha risposto. «Il nostro ct Prandelli ha ottenuto un secondo posto agli Europei 2013 e un terzo alla Conferations cup 2013: ha fatto bene in questi anni. Con lui ci sarà un incontro, per un momento di confronto, speriamo si possa arrivare a un contratto che dia continuità al lavoro di questi ultimi anni».

Dentro o fuori. Nè Prandelli né la Figc dunque vogliono rimandare il discorso, distraendosi poi a poche settimane dalla partenza per Rio. A gennaio il riavvicinamento tra il ct e la Federcalcio che però difficilmente partorirà quel contratto quadriennale che è troppo con il mondiale da giocare. In caso di brindisi e condivisione del progetto, possibile il biennale con vista su altre due stagioni. Bisogna vedere se poi gli saranno riconosciuti gli ampi poteri, per spaziare dal coordinamento delle giovanili all’ampliamento della struttura. Il Tottenham resta l’alternativa più gettonata, per l’amicizia con Baldini, se non ci sarà l’intesa con Abete che non ha tante candidature da giocarsi. E c’è da capire quanto sia convinto il club inglese e quanta autonomia abbia ancora l’ex dg giallorosso.

MAI COSÌ SEVERO

Feroce e inequivocabile dopo la gara persa a Madrid, Prandelli ha bocciato in campo il nostro calcio più che la sua Italia. «Io non sono allarmato. Non siamo più indietro di due anni fa. Ma la Spagna cresce, riproponendo sempre giocatori nuovi, e noi fatichiamo. È inutile nascondersi dietro i problemi, se nel nostro campionato giocano il 37 per cento di italiani qualcosa vorrà dire. E allora di fronte a questa situazione dobbiamo capire dove possiamo migliorare. Si punterà sulle capacità di corsa, e sul coraggio nell’affidarsi alle nostra capacità di palleggio a centrocampo. È stato giusto provare e riprovare, in questi mesi. Ora sappiamo quel che dobbiamo fare». Divario tecnico evidente tra i campioni del mondo (e d’Europa) e l’Italia, tra l’altro senza Chiellini, De Rossi, Balotelli, Rossi e, nel primo tempo, Pirlo. Dura essere in partita senza 5 titolari. Per avvicinarsi, è comunque necessario farsi trovare al top. Ecco che qui si inserisce la denuncia del ct che chiama in causa allenatori e preparatori. Il calcio italiano è da ripensare negli addestramenti e nelle idee: «Mai in quattro anni di azzurro mi era capitato di vedere una tale differenza di condizione tra noi e gli avversari a marzo. Nel nostro calcio poche squadre hanno il ritmo intenso per tutta la partita. Negli altri campionati è più alto. E noi non siamo abituati a pressare. Dobbiamo rivedere alcuni concetti dalle basi: noi parliamo di pressing e pensiamo a difesa e attacco, gli altri invece fanno densità, squadra corta, corsa continua, intensità. Il calcio è come il Paese: l’Europa va veloce e noi dobbiamo metterci al passo. Mi sento il primo responsabile nel trovare questi spunti su cui lavorare: a Madrid, li ho visti nel carattere, nell’orgoglio, nella capacità di affrontare la difficoltà. Senza, perdamo con quattro-cinque gol di scarto»

DUE SORPRESE

«Chiamo ragazzi che non ho mai visto: è un discorso per il futuro, ma tutti devono sapere che uno o due posti per il mondiale possono uscire anche da questo gruppo». Prandelli spiega lo stage allargato ai volti nuovi. Ma non dimentica Rossi. «Tra un mese, il punto». In attacco aspetta Pepito, come partner ideale di Balotelli. Ora ha Osvaldo e almeno uno tra Immobile e Destro. Dietro deve scegliere i terzini: in bilico i quattro utilizzati mercoledì. De Sciglio è in vantaggio perché gioca sui entrambi i lati. Due soli tra Maggio, Criscito e Abate andranno al mondiale. Il settimo difensori è Chiellini: può finire a sinistra. Verratti «o diventa una risorsa oppure è un problema». Come caratteristiche, il giovane centrocampista non si sposa con il calcio del ct. Intanto è titolare nel Psg capolista in Francia.
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