Pozzallo, emergenza senza fine: non c'è più posto nelle celle del cimitero

Pozzallo, emergenza senza fine: non c'è più posto nelle celle del cimitero
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Lunedì 30 Giugno 2014, 18:58
Il vento soffia forte sulla spiaggia, facendo increspare il mare di uno splendido azzurro.



Ma è solo quello: sulla spiaggia dorata di Pozzallo non soffia il vento delle polemiche. L'ennesimo maxisbarco e l'arrivo di una trentina di migranti morti suscita commozione e solidarietà, ma non rabbia o rivolta. Sulla battigia ci sono pochi migranti che passeggiano.



Ci sono molte famiglie con figli e tanti ragazzi. «I migranti? Se ne vedono poco in giro - osserva una giovane donna mora con un bambino in braccio - non ci sono problemi. I nuovi arrivi? Ho saputo, mi spiace per i morti: sarebbe l'ora di aprire un varco europeo di ingresso». Un anziano, in canottiera bianca, annuisce: «sono persone che hanno bisogno e fuggono da guerre e disperazione, non possiamo non aiutarli». Ma, precisa, «purchè ci siano le condizioni economiche. Sa la crisi ha colpito anche noi, mio nipote è diplomato, ma senza lavoro...».



L'accoglienza non è mai stata messa in dubbio a Pozzallo. Il sindaco, Luigi Ammatuna, è stato sempre un sostenitore dell'operazione Mare Nostrum e non si tira indietro adesso, anche se quella in arrivo «è un'emergenza che non possiamo affrontare da soli», dice. È allarmato Ammatuna dai numeri e ricorda che «le due uniche celle frigorifere del cimitero ospitano già i corpi di altrettanti migranti, per i quali non è stata disposta la sepoltura».



Quindi, si chiede, «dove metteremo le nuove 30 vittime di questa atroce tragedia?». Il sindaco ritiene «impossibile accogliere i circa 900 migranti che stanno per arrivare: i centri di accoglienza della zona sono pieni, confidiamo nelle Istituzioni».



In prefettura raccolgono subito l'allarme: «Ci giungono notizie che migliaia di migranti sono pronti a partire diretti verso le nostre coste - osserva il prefetto di Ragusa, Annunziato Vardè - è il momento di fare in modo che altri porti vengano interessati, e non parlo solo della Sicilia, ma di tutta l'Italia. Era prevedibile. Lo sapevamo che con l'arrivo dell'estate il numero degli sbarchi sarebbe cresciuto».



Ma nonostante l'allarme, in paese la vita scivola serena, senza che alcuno si dica preoccupato: «tanto - sintetizza un anziano pescatore - li portano via subito, a volte neanche ci accorgiamo che sono arrivati». I negozianti sembrano tranquilli: «la sicurezza - spiega un rivenditore di apparecchiature - non è cambiata. Non c'è preoccupazione per questo, ma per la crisi».



E sulla crisi economica insistono soprattutto gli albergatori che chiedono una campagna pubblicitaria adeguata e infrastrutture. In paese aumentano russi, francesi e inglesi. Una famiglia statunitense con figlio capelli biondo oro sul passeggino guarda ammirata il mare e il Bastione di Pozzallo: «Immigrazione? Non so, qui è beautiful, very nice...».



A pozzallo c'è un «Mare Nostrum» che non ha niente a che vedere con l'operazione di soccorso dei migranti in mare: è un B&B, fondato nel 2006, adesso diventato affitta camere. Vicino al mare, non distante dalla spiaggia dalla quale si vede il porto dovo sbarcano le navi cariche di extracomunitari. È gestito da Enrico Caruso, 42 anni, con trascorsi nel settore a Manchester, subentrato al padre. «Il nome? Non ci crea problemi - afferma divertito - non c'è un effetto negativo. E poi - precisa sorridendo - noi avevamo chiamato la struttura Mare Nostrum prima del dispositivo in mare. Mai avuto problemi per la denominazione, tranne con un mio cugino albergatore. Gli piace farmi scherzi telefonici...».



Così come Caruso gli albergatori di Pozzallo non segnalano un calo importante di turisti, soprattutto stranieri. «Certo - ammette il titolare di un altro hotel - le famiglie con figli che sentono dire che a Pozzallo sbarcano migranti e immaginano la città possa essere pericolosa decidono di andare altrove. Ma la stagione regge».
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