Weekend di fine inverno a Pienza, perla del Rinascimento

Il centro di Pienza
di Marina Moioli
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Mercoledì 26 Febbraio 2014, 12:36 - Ultimo aggiornamento: 9 Marzo, 20:57
Nata da un pensiero d’amore e da un sogno di bellezza: cos Giovanni Pascoli defin Pienza, il borgo che Enea Silvio Piccolomini, diventato Papa nel 1458 col nome di Pio II, affid all’architetto Bernardo Gamberelli detto il Rossellino per trasformarlo nella «città ideale» immaginata dagli artisti del suo tempo. Il progetto fu pronto un anno dopo e la «nuova» Pienza fu benedetta a tempo di record il 29 agosto del 1462. Ancora oggi è un gioiello unico al mondo, riconosciuto nel 1996 dall’Unesco «Patrimonio dell’umanità», che testimonia i canoni urbanistici del Rinascimento nell’organizzazione degli spazi e delle prospettive di piazze e palazzi.



Prima di diventare Pienza il borgo, che leggenda vuole fondato dal soldato romano Corsinio, si chiamava «Corsignano» (Corsignan de’ Ladri) ed era una borgata fortificata.
La storia di Pienza è invece strettamente legata al suo fondatore: Papa Pio II che vi nacque nel 1405 da genitori della nobile famiglia senese Piccolomini che i rovesci politici avevano confinato nella proprietà di campagna. Papa Pio II volle che sul poggio affacciato sulle colline senesi sorgesse una città il cui nome ricordasse il suo papato. Così, in soli tre anni sorse Pienza, la Città d’Autore, la Città Ideale, la Città Utopia che voleva essere in antitesi con Siena che l’aveva, con la sua famiglia, ingiustamente emarginato.



Questo è il regno del bello assoluto e le prospettive geometriche, le volumetrie della Cattedrale e del palazzo Piccolomini, l’accurato riempimento degli spazi al centro del vecchio borgo medievale rappresentano una importante testimonianza del genio architettonico dell’epoca. Anche il complesso del Duomo di Pienza, la concattedrale di Santa Maria Assunta, che sorge sul luogo dell’antica pieve di Santa Maria, ma orientato in modo diverso, fu pensato per essere inserito scenograficamente nella piazza principale della cittadina e rappresenta un raro e delicato equilibrio di forme gotiche e rinascimentali.
Un altro gioiello è il Palazzo Piccolomini, detto anche palazzo Pontificio, ispirato al Palazzo Rucellai di Leon Battista Alberti. A pianta quadrata, in pietra viva lavorata a bugnato, ha le finestre con lesene e colonne divise in qualche caso dagli stemmi di famiglia in pietra ma le insegne apostoliche sono in oro e argento. A completare la piazza centrale è Palazzo Borgia, donato da Papa Pio II al cardinale Rodrigo Borgia, all’epoca suo stretto collaboratore, che divenne poi Papa Alessandro VI.



Al di là dei palazzi di rappresentanza, il fascino di Pienza sta tutto nella sua intatta atmosfera di borgo rinascimentale. Nelle sue strette viuzze si trovano antiche botteghe dove far incetta delle famose «Caciotte di Pienza», ma anche di salumi, composte e vini locali che hanno profumi e sapori di una volta.
 Qui i formaggi si sposano con l’olio degli olivi del posto, con il tartufo, con i salumi affumicati, col ginepro, con le erbe aromatiche e con le marmellate: tutti connubi che fanno la gioia dei buongustai. E non mancano nemmeno gli appuntamenti folcloristici e golosi. Come la Fiera del cacio che si svolge ogni anno a settembre, durante la quale si tiene il tradizionale «Gioco del cacio fuso» in memoria dei tempi in cui questo gioco era il preferito dagli abitanti delle campagne, mentre la prima domenica di ogni mese viene organizzato il mercatino dei prodotti biologici e tradizionali del Parco della Val d’Orcia. A maggio, dall’1 all’11, torna invece anche quest’anno la rassegna «Pienza e i fiori» con il tradizionale mercato di piante e fiori e un ricco programma di concerti e conferenze d’arte oltre all’esposizione di una stupenda e inedita Natura Morta Caravaggesca, capolavoro di uno dei maggiori pittori naturalisti toscani del XVII secolo: Simone del Tintore. Il quadro sarà esposto e gratuitamente visitabile nella saletta al piano terra del Museo di Palazzo Borgia fino al 2 giugno.

Nei dintorni di Pienza, infine, da non perdere l’Abbazia di Sant’Antimo, la frazione di Monticchiello (per assistere alle rappresentazioni della Compagnia del Teatro Povero) e i vicini borghi fortificati di Montalcino e San Quirico d’Orcia.





INFORMAZIONI TURISTICHE



Ufficio Turistico del Comune di Pienza, Piazza Dante Alighieri 18; tel. 0578.749071;info@ufficioturisticodipienza.it, www.ufficioturisticopienza.it





I NOSTRI CONSIGLI



Il Chiostro di Pienza, Corso Il Rossellino 26 Pienza (Siena);
tel. 0578.748129,

www.relaisilchiostrodipienza.com



Nel centro storico, vicinissimo al Duomo, è un antico convento francescano trasformato in hotel 4 stelle. Otre al fascino dell’antico e della storia letteralmente «passata» per le sue stanze nasconde una sorpresa: la terrazza giardino con vista sulle romantiche colline senesi.



Albergo Rutiliano, Via della Madonnina 18, Pienza (Siena);
Telefono: 0578.749408, www.albergorutiliano.it



Una piccola struttura ricettiva con 11 stanze, giardino, piscina e parcheggio privato.



La Buca delle Fate, Corso Il Rossellino 38/, Pienza (Siena); tel. 0578.748272 www.ristorantelabucadellefatepienza.it

Il nome si riferisce a un antico insediamento etrusco nella zona. Qui è possibile trovare tutte le specialità locali, soprattutto i «pici», spaghetti fatti a mano che sono uno dei classici piatti poveri della cucina contadina.



Dal Falco, Via D. Alighieri 3, Pienza (Siena);
 tel. 0578.749856, 338.7227021, www.ristorantedalfalco.it



Il ristorante più antico e tradizionale cittadina rinascimentale. Ottimo rapporto qualità prezzo. In menu pasta fatta in casa, carne alla brace e una lista di vini con 150 etichette.



Taverna di Moranda, Via di mezzo, 17, frazione Monticchiello di Pienza (Siena);
tel. 0578.755145, www.tavernadimoranda.it

Tra le mura medievali di Monticchiello, si gustano il formaggio locale, i salumi misti di Cinta Senese, i pici tirati a mano o i tortelloni al brasato di Chianina. E poi tartufi e cacciagione, dal cervo al piccione.
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