Peter O'Toole, morto a Londra il leggendario Lawrence d'Arabia: aveva 81 anni

Peter O'Toole, l'attore di Lawrence d'Arabia
di Anna Guaita
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Domenica 15 Dicembre 2013, 19:24 - Ultimo aggiornamento: 17 Dicembre, 14:01

E’ stata la malattia a spegnere la stella di Peter O’Toole. Il leggendario attore irlandese aveva 81 anni. E’ stato ricoverato in ospedale sabato, e si è spento dopo poche ore. Da lungo tempo era malato, nonostante avesse tentato di rinunciare al bere. E’ stato il suo agente, Steve Kenis, a dare la notrizia, seguita poco dopo da una nota della figlia Kate, la maggiore, che ha ringraziato il pubblico per l’immediato affluire di messaggi di commosso cordoglio.

O’Toole era nato in Irlanda ma era cresciuto in Inghilterra, a Leeds, dove aveva debuttato nel 1949 come attore teatrale. Al cinema avevva esordito nel 1960 con "Il ragazzo rapito". Nel 1962 giunse alla fama internazionale con "Lawrence d'Arabia", diretto da David Lean, e i suopi occhi di un blu elettrico divennero famosi in tutto il mondo. Il film vinse l’Oscar come miglior pellicola, ma la statuetta come miglior interprete andò a Gregory Peck. In tutto, O’Toole venne “nominato” ben otto volte come miglior interprete, senza mai vincere. Alla fine, nel 2003 quando aveva 70 anni, l’Accademia decise di dargli un riconoscimento alla carriera. E lui, che voleva snobbare la cerimonia, accettò di andare per le insistenze dei figli: «Mi dicono che sia una cosa importante da fare» scherzò durante un’intervista in tv con il comico americano Jay Leno.

O’Toole è stato uno dei più grandi attori dei nostri tempi, ma tutta la sua vita è stata punteggiata – e spesso disturbata – dall’alcolismo. Famoso per le sue interpretazioni shakespeariane – conosceva a memoria tutti e 154 i sonetti del grande poeta inglese - per qualcuno è più famoso ancora per le sue leggendarie bevute e ubriacature. Ha recitato in teatro e in moltissimi film. Oltre che per Lawrence d’Arabia, ricevette la nomination per Becket e il suo re, Il Leone d’Inverno, Goodbye Mr. Chips, La Classe Dirigente, L’Ospite d’Onore, e Venus. Ma le pellicole di successo sono state ben più numerose, come “Ciao Pussycat”, “Come rubare un milione di dollari e vivere felici”, “L’ultimo sipario”, “James Bond 007 - Casino Royale", "L'ultimo imperatore" e "Troy". L'ultimo suo lavoro cinematografico, The Whole World at Our Feet con Armand Assante, è ancora inedito.

In varie interviste televisive, ha raccontato quanto l’amicizia abbia giocato un ruolo importante nella sua vita. E fra gli amici più cari elencava l’attrice americana Katherine Hepburn, che gli era stata a fianco nel film “Il leone d’Inverno” e OmarSharif, che invece gli era stato vicino in Lawrence d’Arabia. Il 12 luglio del 2012 ha clamorosamente deciso di abbandonare la carriera cinematografica, anche perché i problemi di salute (che gli erano costati l’asportazione del pancreas) non gli permettevano più di viaggiare e impegnarsi in occupazioni faticose. «Il mio cuore non batte più per lo spettacolo. E’ un addio senza pianto, ma ricco di gratitudine» scrisse nella sua nota d’addio.

E’ stato sposato una volta a Sian Phillips, da cui divorziò nel 1979, dopo aver avuto due figli: la donna lo aveva accusato di “crudeltà mentale” derivata dall’alcolismo. O’Toole ha poi avuto una lunga relazione con la modella Karen Brown con cui ha avuto un figlio: «Ho studiato le donne per moltissimo tempo - disse in un'intervista alla BBC - mi ci sono impegnato a lungo, ho fatto del mio meglio. Nonostante questo continuo a non sapere nulla di loro». Anche in materia di religione scherzava, ma non troppo: «Sono un cristiano in pensione» amava dire. Era stato cattolico, ma aveva lasciato la Chiesa, in compenso diceva di «non poter rinunciare a Gesù», la cui «parola di pace» rimaneva per lui di «enorme importanza». Difatti O’Toole aveva spesso lottato da giovane contro la guerra, sia quella di Corea che quella del Vietnam.

Gli sopravvivono i tre figli, Kate, Patricia e Lorcan Patrick. Kate, la maggiore, ha rilasciato una dichiarazione alla stampa in cui si dice che la famiglia «è sopraffatta dall’affetto dimostrato dal pubblico». La nota continua chiedendo ai media e al pubblico di permettere un periodo di riflessione e lutto, ma vi si promette anche che «ci sarà una cerimonia in memoria, che sarà piena di canzoni e allegria, come avrebbe voluto mio padre».

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