Pernacchie e ombrelli,
il gestaccio viene dall'alto

Pernacchie e ombrelli, il gestaccio viene dall'alto
di Alessandro Angeloni
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Martedì 11 Marzo 2014, 01:12 - Ultimo aggiornamento: 08:28
Il campo un’arena, dove i calciatori si sentono liberi di dare sfogo al loro istinto: ed ecco che nel tempo abbiamo visto fare gesti della mitraglia e non verso le proprie tifoserie (Pogba), mimare una pistola alla panchina avversaria (Ibrahimovic), fino ai continui botta e risposta tra Balotelli e le tifoserie di tutti gli stadi. Normale? Non proprio, diciamo che il tutto viene quanto meno facilmente metabolizzato. Ciò che non è normale è il gestaccio che arriva da dirigenti o allenatori che in teoria, dovrebbero dare esempi positivi. È un po’ quando sbagliano i padri prima dei propri figli.



I COLLETTI BIANCHI

Quando Dino Viola, ex presidente della Roma, venne preso a calci e sputi in tribuna d’onore del vecchio Comunale (1985), molti si sono poi sentiti autorizzati a rendere quelle sfide tra i giallorossi e bianconeri delle guerriglie e non solo dialettiche. Perché in quelle tribune in genere ci sono personaggi incravattati, gente al di sopra di ogni sospetto. Non si può, non si deve, non te lo aspetti. Il presidente della Roma, con la solita classe, parlò di «colletti bianchi», specificando proprio che, certi cattivi esempi, arrivano dall’alto. Chissà cosa direbbe Viola vedendo l’immagine di De Laurentiis spernacchiare al cielo la sua gioia per la rete vittoria di Callejon? Un altro colletto bianco, forse. Un goffo tentativo di usare la goliardia. E se Pallotta fosse stato presente al San Paolo e avesse visto e subito quella scena? E, ancora peggio, se avesse risposto con lo stessa “goliardia”, cosa sarebbe successo? Imponderabile. De Laurentiis ha voluto omaggiare Eduardo De Filippo e il suo Oro di Napoli, sì ma alla fine sempre di una pernacchia si è trattato, senza licenza artistica. Diciamo che l’eleganza abita altrove, così come era altrove quando la Juventus, dominatrice in campionato, domenica ha pensato bene di twittare dopo la vittoria con la Fiorentina «Buona la Fiorentina a pranzo. Ci rivediamo fra quattro giorni, per cena», riferimento alla prossima sfida con i viola giovedì in Europa League. Si prepara un bell’ambientino, specialmente considerando pure gli striscioni esposti dai tifosi della fiorentini sulla strage dell’Heysel sempre durante la partita di domenica.



RISSE TRA PRESIDENTI

Non elegantissimo fu il dopo partita tra Perugia e Bari di qualche anno fa (1999), con protagonisti il focoso Luciano Gaucci e Vincenzo Matarrese. I due, davanti alle telecamere, hanno cominciato a insultarsi. «Ti sei comprato la partita. Figlio di... te e tuo fratello (Antonio, Matarrese, ex presidente della Figc e Lega)», l’invettiva di Gaucci. Tutto questo mentre il presidente Matarrese, Vincenzo, veniva spintonato, non certo da tifosi di curva. Il tutto sempre davanti alle telecamere. Che dire di Moratti che, in un paio di occasioni, è stato pescato in tribuna a San Siro esibire l’ormai classico gesto dell’ombrello: una volta contro i rivali del Milan e Ronaldo, il suo figlioccio traditore che proprio la maglia rossonera stava indossando in quel momento, e contro la Roma, che ha conteso un paio di scudetti prima all’Inter di Mancini poi a quella di Mourinho. A proposito di Mou: sono ormai celebri le sua manette rivolte al mondo durante una partita dell’Inter con la Sampdoria: dopo due espulsioni (Samuel e Cordoba) il tecnico se la prende con l’arbitro Tagliavento e verso le telecamere mima, appunto, le manette. Quel gesto è entrato nella testa dei tifosi e Mou ha scalato mille posizioni nella classifica degli idoli nerazzurri di sempre. A fine campionato, lo stesso Moratti, lo ha ripetuto. Manette, insulti, pernacchie. Non potrà mai finire qui.
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