Pd, Serracchiani: «Abbiamo perso dove correvamo con il vecchio»

Debora Serracchiani
di Sonia Oranges
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Martedì 10 Giugno 2014, 08:22 - Ultimo aggiornamento: 08:23
A Padova, Livorno e Perugia, il Pd non stato capace di intercettare l’esigenza di cambiamento: la vicesegretaria nazionale del Pd Debora Serracchiani, governatrice del Friuli Venezia Giulia, rivendica i risultati ottenuti al ballottaggio («tutti i numeri indicano un aumento netto del nostro risultato»), ma dice altrettanto chiaramente che nelle amministrazioni perse il partito deve cambiare passo.

Siete andati meglio a Nord che nelle vecchie roccaforti rosse.



«I risultati ottenuti a Nord sono straordinari: abbiamo riconquistato il Piemonte e amministrazioni come Biella, Verbania, Vercelli, come pure, in Lombardia, Bergamo, Pavia, Cremona, a dimostrazione che il Pd può affermarsi anche in bacini elettorali tradizionalmente non schierati a sinistra, e che si è aperto un dialogo trasversale con la piccola imprenditoria, spina dorsale di aree del Paese come il nord-est. Certo, Padova, Livorno e Perugia sono perse: si sono sommate la fisiologica stanchezza di governi durati a lungo, da un lato, e una certa lentezza nel rispondere alle esigenze del territorio e di offrire proposte politiche che segnassero il cambiamento, dall’altro».



Forse si è sentita la mancanza di Renzi in campo, per i ballottaggi?

«Non credo sia stato determinante. In una competizione elettorale amministrativa, sconti prima di tutto le questioni locali, e non c’è Renzi che tenga: se non individui la proposta politica che risponde alla richiesta locale, sei perdente. Poi, non dimentichiamo che alcuni dei ballottaggi erano particolarmente complicati. A Livorno, per esempio, le forze politiche erano tutte coalizzate contro il Pd, poco importava che questo fronte tenesse insieme i tutori del conservatorismo come quelli che si vogliono innovatori».



A Padova può aver pesato la questione morale?

«Lo escludo. Padova veniva da 10 anni di governo di centrosinistra, un’amministrazione che non ha mai ricevuto un avviso di garanzia. Semmai, in quella città, Ivo Rossi, per anni vice di Flavio Zanonato, ha impostato la sua campagna su temi forse troppo “di continuità”. Certamente, però, dopo le europee lo scandalo del Mose ha portato scoramento, io stessa da cittadina provo amarezza, davanti a quelle vicende. A maggior ragione, la nostra sfida di cambiamento deve essere culturale, oltre che politica».



Delle sconfitte si discuterà all’assemblea nazionale?

«In quella sede il segretario Matteo Renzi farà un’articolata relazione in cui analizzerà del voto. Di certo, come ci intestiamo i risultati che segnano ovunque il nostro avanzamento, ci prendiamo la responsabilità delle sconfitte: a Padova, Livorno e Perugia bisognerà fare una riflessione che coinvolga i partiti locali. Perché una cosa è scura: devono invertire la direzione di marcia».
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