Pannofino: «Il mio Pretore, ripugnante e attualissimo»

Pannofino: «Il mio Pretore, ripugnante e attualissimo»
di Gloria Satta
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Mercoledì 2 Aprile 2014, 08:07 - Ultimo aggiornamento: 5 Aprile, 15:09
Torna sullo schermo Piero Chiara con la sua provincia fatta di piccole storie, personaggi arguti, segreti, intrecci, bassezze. Da uno dei romanzi più popolari dello scrittore di Luino, Il pretore di Cuvio (best seller di quarant’anni fa) Giulio Base ha ricavato il suo nuovo film, atteso nelle sale domani: Il pretore, interpretato da Francesco Pannofino, Sarah Maestri (è proprio lei che ha ideato il progetto), Mattia Zaccaro Garau, Eliana Miglio, Carlina Torta.









La storia, ambientata negli anni Trenta in un paesino affacciato sul Lago Maggiore, ha per protagonista il pretore Augusto Vanghetta, un tipo tutt’altro che edificante. Riverito dai concittadini e decisamente traffichino, approfitta del proprio potere per dare sfogo alle grandi passioni della sua vita: portarsi a letto più donne possibile, alle spalle della moglie anoressica, e mettere in scena le improbabili commedie da lui scritte. Ma l’arrivo di un giovane aiutante, apparentemente innocuo, stravolgerà la sua vita...



«Quando ho accettato di portare sulo schermo il romanzo di Chiara», spiega Base, «ho immediatamente pensato a Pannofino che, per le sue caratteristiche fisiche e l’umorismo innato, mi sembrava perfetto per interpretare il personaggio: se Francesco avesse rifiutato, non avrei girato il film». Pannofino, che continua a dividersi tra cinema, teatro, tv e doppiaggio, non ha esitato a calarsi nei panni del ripugnante Vanghetta: «Per un attore, imbattersi in un personaggio negativo è la sfida più appassionante: nella parte del Pretore mi sono molto divertito», assicura. «Vanghetta è un concentrato di difetti e meschinità. E malgrado sia un sessuomane, le donne non le ama affatto, le considera semmai l’oggetto dei suoi desideri».



LA PROVINCIA

Dei romanzi di Piero Chiara, il cinema si era già appropriato con successo: registi come Risi, Lattuada, Vicario, Nuzzi hanno diretto in passato film ispirati a La stanza del vescovo, La spartizione (diventato sullo schermo Venga a prendere il caffé da noi, memorabile interpretazione di Ugo Tognazzi), Il cappotto di Astrakan, Il piatto piange. Base, che torna al cinema dopo quindici anni passati a dirigere fiction dai grandi ascolti come Don Matteo (l’ultimo film, La bomba, risale al 1999), magnifica il «valore universale» della provincia raccontata dallo scrittore.

«La trama del Pretore è la più antica del mondo: lei, lui, l’altro», spiega il regista. «E sono più che mai attuali i personaggi con le loro dinamiche squallide: anche negli anni Trenta esistevano scambio di favori sessuali e raccomandazioni. Io mi sono sforzato di mantenere il giusto equilibrio tra commedia di costume e dramma umano sperando che il pubblico ritrovi nel film il sorriso amaro del romanzo».



LA VOCE

Pannofino è famoso anche per essere la voce italiana di alcune star hollywoodiane: Tom Hanks, Kevin Spacey, Antonio Banderas. E George Clooney, che ha doppiato tante volte. Ma l’originale e l’attore romano si sono mai incontrati? Per ora si sono parlati al telefono. Racconta Base: «Sono stato io, una sera che eravamo a cena insieme, a passare Francesco a Clooney». E cosa ha detto il divo alla sua voce italiana? «Mi ha fatto i complimenti e mi ha ringraziato», risponde Pannofino. «E’ stata una bella emozione».
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