Taekwondo, oro a Molfetta
«E' meraviglioso»

Nicola Molfetta
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Sabato 11 Agosto 2012, 17:58 - Ultimo aggiornamento: 12 Agosto, 09:46
LONDRA - L'azzurro Carlo Molfetta ha vinto l'oro nel torneo olimpico di taekwondo categoria +80 kg.




Il 28enne azzurro ha sconfitto in finale dopo una grande rimonta Anthony Obame, del Gabon. La vittoria a Molfetta, visto il punteggio di parità al termine del quarto round supplementare, è stata assegnata per decisione dei giudici. In semifinale Molfetta aveva sconfitto il maliano Daba Modibo Keita 6-4.



«È meraviglioso: quest'oro l'ho fortissimamente voluto, ora lo dedico a me stesso e alla mia fidanzata Serena, che è rimasta a Roma», ha esultato Molfetta. «Alle volte - ha detto a Sky - certe cose succedono: io sapevo che questa era la giornata giusta e anche quando sono andato sotto non ho perso il coraggio perchè tutto mi veniva facile».



Ha preso a calci il mondo, dal Tagikistan al Gabon, per illuminare con l'oro la sua vita di lottatore del Sud e il taekwondo azzurro. E alla fine Molfetta, salentino di Mesagne, ha usato le mani per il colpo finale, le braccia distese ad arciere come Usain Bolt, e poi alzate dai giudici in segno di vittoria per un verdetto finale da thrilling.



È una vittoria olimpica storica - la prima di quest'arte marziale, l'oro azzurro numero otto ai Giochi di Londra, il 199/o dell'Italia di ogni tempo - e arriva da un atleta che doveva essere il fenomeno del tatami già 8 anni fa. Errori di gioventù («e dei giudici», dicono i suoi) e infortuni hanno rimandato l'appuntamento fino a stasera. Ma alla fine i

suoi calci in volo sono andati a segno.



L'ultimo combattimento di Molfetta era cominciato in salita. Lo studio dei due avversari ('combattetè, l'invito ripetuto dell'arbitro), poi un colpo assegnato e tolto all'azzurro e lo 0-3 deciso alla moviola per un calcio in faccia contestato, ed è 6-1 del primo round a favore di Obame. In rimonta continua, Molfetta ha assestato il calcio vincente a 15'' dalla fine, per il 9-9 finale che gli ha consentito di giocarsela tutta al golden point: altri 2' di combattimento, nessun punto, e il verdetto finale dei giudici e Molfetta che si inginocchia.



I Giochi erano finora l'unico appuntamento fallito da Molfetta il Lupo, come lo chiamavano da quando a 5 anni mamma Maria Antonietta disse a papà Eupremio "portalo in palestra o questo mi sfascia casa, tanto è vivace". Lui a 12 anni già firmava autografi ai compagni di classe dicendo: vedrete, quando arrivo alle Olimpiadi varranno molto. E per gli ultimi 10 anni ha allenato quel sogno vivendo recluso al centro tecnico del Coni Giulio Onesti, appena qualche ora di libera uscita serale con la fidanzata Serena, la divisa da Carabiniere nel gruppo sportivo.



Sacrifici ripagati da un podio la cui mancanza, raccontano dalla nazionale, gli stava togliendo il sorriso.



Stasera per far crescere esponenzialmente le quotazioni degli autografi di bambino ha dovuto tirar calci e pugni e metter ko avversari di ogni parte del mondo e un grande handicap, il peso. Con le categorie olimpiche ridotte a quattro da otto, lui che di solito combatte sotto gli 87 chili ha dovuto scegliere il più 80, lasciando combattere Sarmiento tra i meno pesanti. Risultato, ha affrontato giganti di due metri e fino a 120 chili di peso, lui che al massimo qui è riuscito a salire a 90.



Tecnica e testa, questo dicono però del suo modo di combattere i tecnici azzurri. E con quelle due armi si è preso una rivincita di Atene 2004 (ko contestato al primo match con un iraniano) e di Pechino 2008 (quattro operazioni al ginocchio e addio Giochi). Qui a Londra ha cominciato con un tagiko, Alishev Gulov (solo 6 centimetri in più) e lo ha regolato con 5 punti nell'ultimo round fino al 7-3 finale; ha proseguito con il gigante cinese Liu Xiabao (quasi 20 cm in più) annullando il vantaggio delle gambe lunghe solo al 'golden point' del supplementare. Poi il maliano Modibo Keita, ancora più grosso e altro (2.03), difendendo nell'ultimo round il vantaggio dei primi due fino al punto finale contestato. Poi l'epilogo thrilling, nella notte, e un'oro di calci che portano in volo.


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