Morte di Ciro, oggi il funerale. Il prefetto Pecoraro: «Amichevole Roma-Napoli per la pace»

Il prefetto Pecoraro
di Fulvio Scarlata
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Venerdì 27 Giugno 2014, 01:37 - Ultimo aggiornamento: 15:58
Organizziamo un’amichevole, una partita della pace tra Roma e Napoli per ristabilire regole di civilt e non dimenticare quanto accaduto a Ciro Esposito. Giuseppe Pecoraro, prefetto di Roma, è ancora scosso dopo la morte del tifoso napoletano. Le immagini di quella che è diventata la maledetta notte della finale di Coppa Italia sono tutte impresse nella memoria, vivide e indelebili come se tutto fosse appena accaduto: l’agguato dei romanisti non lontano dallo stadio Olimpico, la pistola nelle mani di un ultrà già conosciuto come violento e pericoloso, il rumore dei colpi, il corpo insanguinato sul selciato tra vani tentativi di fermare il sangue, i soccorsi in ritardo. E poi la tensione esplosa nello stadio, le minacce degli ultrà napoletani e le telecamere che immortalavano Genny ’a carogna.



Tutto è così acuto, intenso, doloroso, eppure da quel 3 maggio sono passati 55 giorni. E nulla sembra essere cambiato. Non si è arrivati ad una ricostruzione precisa di quanto avvenuto davanti al circolo di Daniele De Santis, spostato frettolosamente nell’ospedale che ospita i mafiosi al 41 bis per garantire meglio la sua incolumità. Non sono stati individuati i complici di “Gastone”. Non si è capito perché si è deciso di far passare i supporter partenopei diretti allo stadio proprio accanto ad un punto di ritrovo di ultrà violenti. Le reclamate leggi per fermare la violenza dentro (e fuori) gli stadi non sono arrivate. E le promesse di vendetta, da Napoli, si moltiplicano minacciose. Solo Ciro è andato via, dopo una dolorosa e lunga degenza. Così è Giuseppe Pecoraro a prendere l’iniziativa.



«Organizziamo un’amichevole della pace - dice - subito, questa estate, magari in campo neutro, ma coinvolgendo le migliori tifoserie delle due squadre. Vanno ristabilite subito le regole di civiltà nel calcio». La preoccupazione del Prefetto di Roma, di origini campane (è nato a Palma Campania), è che la morte di Ciro possa essere utilizzata, a dispetto degli appelli della famiglia Esposito, come pretesto per nuovi atti violenti di chi è, probabilmente, poco interessato alla sventura del ragazzo di Scampia ma cerca solo ragioni e occasioni di violenza e devastazione. «È fondamentale uscire dalla spirale d’odio che ha portato a questa cruenta morte - sottolinea - e ai fatti odiosi della finale di Coppa Italia. C’è bisogno di un forte gesto per ricordare che eventi come quelli in cui ha perso la vita Ciro non debbano accadere mai più». Quella di Pecoraro è la prima iniziativa, simbolica ma immediatamente realizzabile, per cercare prima di tutto di arginare la catena di violenza e di odio che le frange più brutali delle tifoserie di Roma e Napoli si giurano da social network e striscioni. Tuttavia le due società, per il momento, preferiscono non prendere posizione ufficialmente sulla proposta del prefetto di Roma. Per fortuna, però, sembra prendere vita una vasto movimento spontaneo per raffreddare le tensioni calcistiche e non che coinvolgono i due club e le due città.



E dal sito “Il Napolista” già è partito l’hashtag #NapoliRomainpace per coinvolgere la base dei supporter e un più vasto pubblico in genere in una campagna non violenta di distensione tra due città vicine e due tifoserie fino a non troppo tempo fa gemellate, utilizzando le parole di Antonella Leardi, madre di ragazzo ucciso: «Non accetterò gesti violenti nel nome di Ciro». «Ricominciamo da qui, per Ciro, per la sua famiglia, per tutti noi» lo slogan utilizzato dal sito. Una borsa di studio intitolata alla memoria di Ciro Esposito è la promessa fatta dal presidente del Coni, Giovanni Malagò, ieri durante un incontro a Roma con i familiari del tifoso napoletano.Il presidente del Coni è oggi a Napoli per tenere un’orazione al funerale, con rito evangelico, del ragazzo che si terrà in piazza Grandi Eventi a Scampia.
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