Renzi chiude la campagna a Firenze: «Andremo in Europa a rappresentare la bellezza, il futuro è casa nostra»

Renzi durante il comizio a Firenze
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Venerdì 23 Maggio 2014, 10:48 - Ultimo aggiornamento: 22:47
Matteo Renzi chiude la campagna elettorale prima delle europee tornando nella sua Firenze, in piazza della Signoria.

«A chi viene in piazza per provocarci noi rispondiamo con un sorriso, con il nostro entusiasmo. Salveremo l'Italia anche per voi», ha esordito in una piazza gremita (secondo gli organizzatori c'erano 20 mila persone) che l'ha accolto con cori e moltissime bandiere del Pd.



Ma il premier ha subito impostato il suo discorso sulla bellezza di Firenze e dell'Italia: «Noi andiamo in europa a rappresentare la bellezza, non gli insulti. Rappresentiamo la laboriosità, non i "vaffa". Se siamo qui stasera è per dire a noi stessi che vogliamo talmente bene a questo Paese che non lo lasceremo a chi vuole distruggerlo. È emozionante avere la consapevolezza di tornare qui e di essere accolto dalle persone che ti accompagnano anche quando sei lontano». Così Renzi ha ringraziato i fiorentini presenti in piazza Signoria proprio nel giorno, ha ricordato il premier, in cui Firenze «ricorda la morte di Savonarola, il 23 maggio, che fu prima impiccato e poi bruciato proprio in questa piazza».



Renzi, riferendosi al M5S, ha ricordato: «Quando io persi le primarie non fui cacciato da Pier Luigi Bersani con un blog, si può stare in un partito anche se non la si pensa allo stesso modo. E vorrei ringraziare Gianni Cuperlo che è qui con noi sul palco».



Poi il premier è tornato sulla questione degli 80 euro: «Non sono una mancia, ma l'inizio della giustizia sociale, cari Grillo e Berlusconi, che noi riporteremo in questo Paese nonostante voi. Abbasseremo anche le tasse, ma non solo. Tra quelli che sono lì da vent'anni, e che ci hanno bell'è divertito, come si dice in fiorentino, e tra chi sa dire solo i "vaffa", ci siam soltanto noi. Il futuro è casa nostra».



«Noi andremo in Europa per renderla umana, non per sbattere i pugni sul tavolo»: così Renzi ha fatto riferimento all'emergenza immigrazione. «L'Italia sarà un Paese guida, non saremo a rimorchio».



Ma Renzi ha voluto anche portare solidarietà al presidente Napolitano: «Lanciamo un saluto affettuoso non solo al politico Napolitano, non solo al Presidente Napolitano, ma soprattutto all'uomo Napolitano, vittima di una campagna d'odio. Per noi la politica non si basa sull'odio personale».



Il premier ha trovato spazio anche per un ringraziamento personale: «Lasciatemi ringraziare mia moglie per la sua generosità. È chiaro che ora io vivo a Roma, ma cerco di tornare a casa, quando è possibile ma sicuramente è più difficile di quando facevo il sindaco».



«Spero che gli italiani facciano come i fiorentini, che hanno sempre da brontolare, facciano come Gino Bartali che diceva "è tutto sbagliato, è tutto da rifare", ma prendeva la bicicletta e andava a salvare gli ebrei», ha poi detto Renzi sottolineando come il campione fiorentino per i suoi meriti sia stato dichiarato "Giusto tra le nazioni". «Spero, anzi ci credo, che gli italiani facciano come lui», ha concluso il premier.



L'ultimo appello del premier è alla fiducia ai giovani: «C'è da chiedere al Pd di non avere paura, ai nonni e ai genitori di non avere paura se oggi a guidare l'Italia c'è una generazione più giovane. Non ci rassegneremo alla rassegnazione: lasceremo ai nostri figli una macchina che funziona, non che va a retromarcia. Questo è ciò che ho imparato facendo il sindaco di Firenze, dove ho ricevuto molto di più di quello che ho dato». Poi chiudendo il suo comizio il premier ha invitato gli italiani a stare con il Pd, perchè «il futuro è ben oltre la paura. Viva Firenze, viva l'Italia». Poi Renzi è sceso dal palco e ha stretto le mani a tutti i militanti delle prime file.



Le proteste Una cinquantina di manifestanti, molti dei quali aderenti al movimento di lotta per la casa, sono stati fatti «allontanare» dalle forze dell'ordine da piazza Signoria. È successo quando Renzi è salito sul palco e dal gruppetto sono partiti fischi e urla. Gli agenti in borghese li hanno quindi "spinti", ma senza incidenti, in via della Ninna, una strada adiacente a Palazzo Vecchio ma dalla parte opposta del palco.



Il comizio a Prato Bagno di folla, applausi e selfie all'arrivo di Matteo Renzi a Prato dove ha tenuto un comizio a sostegno del candidato a sindaco Matteo Biffoni.



Renzi è arrivato in piazza accompagnato dalla moglie Agnese e ha percorso a piedi l'ultimo tratto prima di arrivare al palco.



«Non si vince sulla paura, la politica non può essere fatta di insulti e minacce», ha esordito Renzi, che ha poi ricordato i martiri Falcone, la moglie e i componenti della scorta uccisi a Capaci: «Grillo è andato in Sicilia a dire che la mafia non esisteva».



Alcune persone hanno contestato il premier esponendo uno striscione con scritto: «Renzi, parlaci dell'aeroporto adesso», riferendosi ad una polemica locale. «Vi guardiamo a viso aperto, a testa alta», ha risposto Renzi.



Poi il premier è tornato sulla polemica sugli 80 euro: «Gli 80 euro sono un elemosina? Una mancia? Sono una realtà, noi la chiamiamo giustizia sociale e non è che l'inizio».




Renzi ha anche parlato dei sindacati: «Quando fanno il loro lavoro fanno bene, è quando fanno politica che fanno confusione, che sono un problema».



In conclusione del suo discorso Renzi ha ribadito l'invito agli elettori, come già fatto nei giorni scorsi, a convincere i delusi di Grillo e di Berlusconi a votare per il Pd: «Bisogna andare a prendere uno per uno il voto di quelli di destra. Non è una parolaccia. Se l'altra volta si è perso, forse è necessario che qualcuno cambi idea e passi con noi, non pensate? Togliamoci la puzza sotto il naso e andiamo a recuperare amici e colleghi indecisi».



D'altronde, ha sottolineato Renzi, «Prato è l'emblema di questa sfida elettorale. Qua il centrosinistra ha preso una scoppola storica». L'auspicio, ha concluso, «è che il Pd sia il primo partito dentro il gruppo del centrosinistra europeo».



I primi 80 giorni di governo Comunque vadano le elezioni la maggioranza resterà invariata. Lo ha detto Matteo Renzi nella conferenza stampa sugli 80 giorni di governo.



Prima, in tv, un impegno: «Dal 2015 i pensionati saranno dentro la stessa misura» prevista nel decreto Irpef «80 euro», da concretizzare in «80 giorni».



Poi l’attacco agli avversari: Berlusconi e Grillo «sono facce della stessa medaglia: straordinari professionisti della tv, esponenti di questa campagna elettorale, leader con un grande consenso popolare che si conta in milioni di voti. Ho grande rispetto per loro ma hanno fallito». Lo ha detto Matteo Renzi ad Agorà.



Dopo mezzogiorno Renzi si presenta in conferenza stampa a Palazzo Chigi per parlare dei primi 80 giorni di governo: «Da presidente del Consiglio vorrei rivolgere un appello a tutti i cittadini: l'Europa nei prossimi anni giocherà un ruolo fondamentale e, indipendente da come, in questo caso è assolutamente fondamentale andare a votare per consentire all'Italia di contare in Europa».



L'idea dell'Italia «Se unite i punti siamo convinti che questi dei primi 80 giorni non sono provvedimenti slegati, ma c'è l'idea di un'Italia che può tornare guida in Europa e leader nel mondo che cambia, però bisogna avere la forza e il coraggio di continuare. Io penso che i provvedimenti degli 80 giorni non sono sufficienti a cambiare verso, ma è difficile trovare altri governi che hanno portato a casa risultati così concreti, questo è un elemento di stimolo e sfida», ha spiegato. Renzi ha sottolineato: «C'è un disegno, non si fanno interventi spot o 'ad hoc', ma voce per voce c'è la cornice di un puzzle».



La fiducia «Faccio un appello, siamo pronti a non mettere la fiducia se c'è uno snellimento delle procedure parlamentari e al governo viene garantito il diritto dovere di governare».



«Noi smettiamo con la fiducia se smettono di fare ostruzionismo o si cambiano le regole parlamentari e si consente al governo di andare in aula e votare, che si sia d'accordo o no. Ma siamo costretti alla fiducia perchè c'è l'ostruzionismo su tutto», ha detto il premier, ricordando in particolare il contestato via libera del Dl lavoro al Senato con le proteste del M5S.



«Grillo doveva cambiare l'Italia ma i suoi parlamentari si sono chiusi sul tetto. Berlusconi ha fallito nella sua esperienza alla guida del Paese e in cuore suo lo riconosce, per questo chiedo il voto ai delusi di centrodestra». Il presidente del consiglio ha parlato anche di Europa: «Sta cambiando, sta crescendo una valutazione molto critica rispetto a un'Europa fatta solo di austerity» e da questo punto di vista il Governo è «più fortunato »perchè sta cambiando il clima anche in Francia e in Germania: è un'opportunità straordinaria».



«L'Italia può cambiare l'Europa, però deve contare in Europa», non «fare show e spettacolini». Dopo il voto europeo, secondo il presidente del Consiglio, «da lunedì c'è da rimettersi a rilanciare l'Italia, c'è da governare il Paese per cambiarlo». Renzi ha quindi confermato che «tra qualche ora presenterò il bilancio dei primi 80 giorni del Governo».
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