Massa fa dietrofront, Tosel non perdona
Roma furiosa per le 4 giornate a Destro

Massa fa dietrofront, Tosel non perdona Roma furiosa per le 4 giornate a Destro
di Ugo Trani
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Mercoledì 9 Aprile 2014, 01:11 - Ultimo aggiornamento: 20:30

Eccoli serviti i 4 turni a Destro, come da menù della giustizia sportiva: maxi-squalifica annunciata, da tv e moviolisti che hanno vivisezionato la manata del centravanti giallorosso al difensore Astori nel primo tempo di Cagliari-Roma di domenica scorsa, e quindi arrivata. Gianpaolo Tosel, magistrato di Udine, ritenendo ammissibile la prova televisiva, ha deciso di punire l’attaccante per il colpo all’avversario con 3 giornate (la quarta è quella per il giallo preso poi per la simulazione in area: era diffidato). Il club di Pallotta ha subito reagito: ricorso d’urgenza. Venerdì sarà nuovamente in via Campania davanti alla Corte di Giustizia Federale: vuole la cancellazione totale della sentenza. Puntando su due aspetti, in attesa degli atti che saranno a disposizione dei legali giallorossi solo in giornata: 1) l’arbitro Massa, nel dopo partita, ha spiegato al dg Baldissoni e all’ad Fenucci di aver visto bene lo svolgimento dell’azione, punendo il fallo di Destro, e invece lunedì ha cambiato versione per iscritto (due volte); 2) lo stesso direttore di gara, assegnando la punizione a favore di Astori, ha di fatto reso inammissibile, sanzionando il fallo di Destro, la prova tv, poi richiesta dalla Procura Federale che ha costretto il giudice sportivo a utilizzare una sorta di moviola postdatata.

MOTIVAZIONI MIRATE

A preoccupare la Roma è la precisione del dispositivo di Tosel, a differenza di quanto fatto per il caso Frey-Balotelli smontato proprio dalla Corte della Figc, nel raccontare quanto accaduto al minuto 33 e «acquisite ed esaminate le relative immagini televisive (Sky), di piena garanzia tecnica e documentale». Lente d’ingradimento sul gesto di Destro che «...con un ampio ed energico movimento del braccio sinistro portato all’altezza della spalla, lo colpiva con una manata al capo. Immediatamente dopo, Destro cadeva bocconi al suolo con atteggiamento sofferente; il calciatore rosso-blu gli afferrava la maglia e con palese gestualità lo rimproverava; l’arbitro interveniva ammonendo l’Astori, senza adottare alcun provvedimento disciplinare nei confronti del Destro; il gioco riprendeva con l’esecuzione di un calcio di punizione a favore della squadra cagliaritana».

RETROMARCIA INASPETTATA

Lunedì a mezzogiorno il primo dietrofront di Massa, con l’email inviata al giudice sportivo: «Né io né i miei collaboratori abbiamo visto l’episodio relativo alla manata di Destro». E nel pomeriggio, il colpo di grazia dell’arbitro di Imperia: «a integrazione di quanto comunicato con mia precedente mail, specifico che: ho accordato un calcio di punizione diretto a favore del Cagliari per una trattenuta (normale fallo di gioco) commessa dal calciatore Destro ai danni di Astori. La successiva manata di Destro non è stata vista né da me né dai miei collaboratori». Cosi Tosel ha potuto catalogare il gesto: «condotta violenta non vista dall’arbitro» e connotata anche «dall’intenzionalità» e «dalla potenzialità lesiva» per la sanzione, con pena minima, di 3 turni.

CASO NAZIONALE

La punizione del giudice sportivo non va a incidere sulla convocazione in Nazionale. Prandelli non chiamerà Destro per lo stage di lunedì e martedì a Coverciano per i test fisici a prescindere da quanto deciderà venerdì la Corte Federale (il centravanti li farà a squalifica scontata). Il ct non ha parlato con Mattia e nemmeno affronterà il discorso più avanti. Il codice etico si applica proprio con chi commette gesti violenti o chi simula. In questo caso l’attaccante giallorosso ha fatto l’en plein, ma non per questo perderà il mondiale. Se Destro non giocherà le prossime 4 gare, arriverebbe alla lista premondiale dei 30 (sarà presentata il 13 maggio, quella definitiva, con i 23 per il Brasile, il 2 giugno), avendo giocato solo una partita, quella di venerdì 9 contro la Juve all’Olimpico. Ma a Prandelli questo non interessa. L’Italia povera di attaccanti non si può permettere di rinunciare a Mattia.

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