Marrazzo, il Pdl: «Subito al voto»
Gli arrestati: il video ci frutterà tanti soldi

Il trans Natalie (foto Massimo Percossi - Ansa)
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Domenica 25 Ottobre 2009, 11:46 - Ultimo aggiornamento: 9 Febbraio, 23:00

ROMA (25 ottobre) - Ho avuto paura, ero spaventato, ho fatto una grande fesseria, volevo tutelare la mia famiglia. Ora devo ricostruire la mia vita. E ancora: Sono distrutto, non ce la faccio pi, lascio tutto, con la politica ho chiuso per sempre. Cos Piero Marrazzo tra le lacrime durante l'incontro di ieri pomeriggio a Villa Piccolomini, durante il vertice per stabilire le sue modalità di uscita dall'incarico e dalla politica, seguito alle ammissioni di venerdì sera nel suo ormai ex ufficio da presidente della Regione Lazio.

Carabinieri arrestati: quel video ci frutterà tanti soldi. «Quel video... quel video della nota personalità ce l'ho io, te lo porto a Milano, ci farà fruttare tanti soldi...». Questa una delle frasi intercettate dette durante una conversazione tra uno dei carabinieri arrestati ed un intermediario che avrebbe dovuto aiutare i quattro militari, finiti poi in manette per aver ricattato Marrazzo. La frase è riportate tra le intercettazioni fatte dai carabinieri del Ros nelle prime fasi delle indagini. Da questa ed altre conversazioni si è arrivati poi ai fermi e poi agli arresti dei quattro carabinieri accusati di aver fatto un'irruzione, non autorizzata, nell'appartamento di via Gradoli al cui interno si trovava il presidente della Regione Lazio ed un transessuale. Le indagini dei carabinieri del Ros sono state accelerate fino ad arrivare agli arresti di giovedì per evitare che il video potesse finire nelle mani di qualcuno che avrebbe finito con il pubblicarlo.

Ulteriori accertamenti su soldi, droga e telefonate. Indagini potrebbero essere avviate sulla droga, le telefonate arrivate alla Regione Lazio ed eventuali tranche di denaro in contante date ai militari arrestati per capire se Marrazzo abbia mai versato contanti ai quattro militari, oltre ai tre assegni. Le indagini potrebbero estendersi anche ai soldi percepiti dai transessuali. Altri accertamenti riguarderanno invece le telefonate arrivate ad un numero fisso della Regione Lazio. Bisognerà capire in sostanza se, oltre ad alcuni transessuali, anche i carabinieri finiti in manette abbiano mai cercato di contattare il governatore del Lazio direttamente all'utenza del suo ufficio. Una volta accertato se nell'appartamento c'era cocaina (nel video si vede polvere bianca, ndr) dovrebbero partire verifiche anche su chi e come avrebbe introdotto nella casa la droga. Per quanto riguarda l'auto blu, visibile in un frammento del video, si dovrà stabilire se l'uso sia stato improprio o meno.

Il video di circa due minuti che ritrae Marrazzo con un transessuale potrebbe essere un estratto di un «girato» più lungo che durerebbe circa venti minuti. Agli atti dell'inchiesta comunque comparirebbe solo un filmato di due minuti, presumibilmente l'estratto dall'intero girato, nel quale comparirebbe solo un filmato di due minuti, presumibilmente l'estratto dall'intero girato, nel quale si vede Marrazzo in compagnia di un transessuale, ovvero quello che nelle carte dei magistrati viene indicato col nome di Natalie. Non è stato acquisito nè dalla procura nè dagli investigatori, al momento, il resto del filmato che sarebbe stato girato sia all'interno che all'esterno dell'appartamento di via Gradoli. In questa parte del girato le scene interne ritrarrebbero altri transessuali mentre quelle esterne si soffermerebbero sulla macchina di servizio riprendendo anche la targa. I due minuti di filmato, quelli sequestrati a Milano e secretati dalla magistratura, sarebbero stati usati dai carabinieri arrestati per vendere il video: una sorta di filmato promozionale utilizzato in tutte le fasi dei vari tentativi di trattativa per cedere il video alla stampa e agenzie. In questa parte di video Marrazzo appare con un trans che altri transessuali, e lo stesso presidente della Regione, avrebbero indicato come Natalie ma sulla cui identità sono in corso accertamenti. L'intero filmato, secondo quanto si è appreso, non sarebbe stato girato a più riprese ma tutto insieme. Dal video intero poi i carabinieri arrestati avrebbero estratto un girato più breve. Dunque allo stato dell'inchiesta si parlerebbe di un solo video poi diviso in due tranche.

Legale: rispettare la privacy di Marrazzo che è ora un privato cittadino. «Non esiste nessun secondo video, tutto ciò che è accaduto Piero Marrazzo, ormai privato cittadino e non uomo pubblico, lo ha raccontato alla magistratura e lo ha detto all'opinione pubblica». Lo dichiara l'avvocato di Piero Marazzo, Luca Petrucci. «La verità è stata consegnata alla magistratura e ogni altra ricostruzione verrà perseguita legalmente», aggiunge Petrucci sottolineando che ora «Marrazzo essendosi autosospeso è solo un privato cittadino che compare esclusivamente come parte offesa in un procedimento per fatti gravissimi». Un procedimento «dove sono indagati pezzi dello Stato deviati, ovvero i quattro carabinieri arrestati, accusati di reati gravi - conclude Petrucci - Come privato cittadino ora Marrazzo merita il rispetto della privacy e le sue vicende personali devono essere sottratte all'opinione pubblica».

Sospensione per grave impedimento adducendo motivi di salute. Questa la strada intrapresa dalla Regione Lazio per uscire burocraticamente dall'affaire Marrazzo e soprattutto per non far precipitare la compagine di centrosinistra da subito in campagna elettorale. I gravi motivi di salute che saranno documentati da un certificato medico che, però, non è ancora pervenuto agli uffici della Regione.

Il problema più che tecnico è di tempi: ovvero la procedura di impedimento temporaneo delle funzioni, prevista dallo statuto della Regione Lazio all'articolo 45 comma 2, è un istituto legittimo ma - si fa notare - probabilmente non sarà possibile mantenerlo per lungo tempo. Cioè fino a gennaio, come si voleva in un primo tempo, per permettere lo svolgimento delle elezioni a marzo come già previsto. E questo perchè un impedimento grave se reiterato dovrebbe portare ineluttabilmente alle dimissioni: l'impedimento infatti deve essere necessariamente breve e motivato.

Dunque, se la sospensione non durerà fino a gennaio, nel Lazio si andrà a votare prima di marzo. Proprio in considerazione di questo nel Pd si accelera la scelta del candidato, che comunque dipenderà in gran parte dall'esito delle primarie.

Gasparri all'attacco: chi gli firmerà il certificato medico?. «Meglio essere seri: Marrazzo resti in carica e vada avanti oppure si dimetta. Il problema è che non può usare questo stratagemma del certificato. La cosa più logica è scegliere rimanere in carica o dimettersi. La terza via non si può fare. Quella dell'indisposizione è un trucco» ha dichiarato Maurizio Gasparri, presidente del gruppo Pdl del Senato. «Marrazzo sarà amareggiato e depresso per questa vicenda ma pare che stia bene - ha aggiunto - Se ci sarà un abuso della facoltà prevista dallo statuto regionale, usando un certificato per lo statuto, chi lo farà? Per certificare uno stato di salute che porta a una sospensione ci vorranno atti medici: chi lo firmerà? Questo si sono chiesti alcuni parlamentari del Pdl che ho incontrato oggi e che hanno commentato questa vicenda».

Fitto: autosospensione non è prevista dallo Statuto. «L'ipotesi di autosospensione dalla carica di presidente della Regione Lazio, della quale si parla in numerose notizie di stampa, non è prevista dallo Statuto e più in generale dalla normativa vigente». Lo afferma il ministro per i Rapporti con le Regioni Raffaele Fitto. «Le uniche alternative previste sono la sospensione per grave impedimento inequivocabilmente certificato o le dimissioni». «Quanto si pone fuori dal perimetro della normativa espone la Regione a potenziali illegittimità e a rischi di contenzioso sotto il profilo giuridico con evidente danno per l'Istituzione stessa e per i cittadini».

Parlamentari Pdl pronti a iniziative legali. Da un incontro tra un gruppo di parlamentari del Lazio con Gasparri è emersa la possibilità di iniziative legali per «denunciare il palese abuso dell'istituto della sospensione, che verrebbe commesso da Marrazzo e da tutti coloro che condividono questo percorso». «E se Marrazzo dovesse esibire un certificato medico a giustificazione di questa scelta illegale, singoli esponenti del Pdl sono pronti a denunciare medici, Asl e qualsiasi struttura sanitaria si rendesse responsabile di una illegalità così grave, certificando situazioni non corrispondenti alla realtà. Il Pdl, quindi, conferma un impegno in difesa della legalità. Peraltro, qualsiasi atto di un vicepresidente illegalmente delegato sarebbe contestabile, nessun sindaco, nessuna istituzione, potrebbe sottoscrivere impegni o atti con la regione Lazio che verrebbero immediatamente contestati e denunciati. A tal fine -conclude una nota del Pdl- si è costituito un gruppo di lavoro per garantire il rispetto della democrazia».

La Destra: leggi regionali a rischio ricorso. «Il rischio paventato dal segretario romano de La Destra, Roberto Buonasorte, trova conferma nella posizione espressa dal ministro Fitto. Eventuali leggi regionali sono a rischio di ricorsi alla Consulta». Lo afferma una nota della segreteria nazionale de La Destra secondo il quale «l'autosospensione dalla carica di presidente della regione non è prevista dallo statuto».

Pdl Lazio si vada al voto subito. «Non sono ammissibili da parte del Pd trucchi, scappatoie e gherminelle per rinviare il voto per la Regione Lazio. Da questo punto di vista, l'autosospensione non sta in piedi. Se Marrazzo ritiene di fare un passo indietro, si ridia immediatamente la parola agli elettori». Lo afferma Daniele Capezzone, portavoce del Pdl.

Alemanno: andare al voto. «La soluzione individuata dell'autosospensione non è sostenibile. Non ci può essere una Regione a mezzo servizio» ha detto il sindaco di Roma, Gianni Alemanno. «Se Marrazzo ha deciso di tirarsi indietro e passare il timone - ha proseguito - bisogna andare ad elezioni, non serve a nessuno allungare il brodo».

Calderoli: su di lui barbarie, ma non si è dimesso. «Su Marrazzo è stata commessa una barbarie. Nessuno ha denunciato che si trovano sui giornali verbali di interrogatori ed atti secretati. E non può esserci una giustizia fatta dai media e non dai magistrati». Lo afferma Roberto Calderoli intervistato da Lucia Annunziata a In 1/2 ora. La conduttrice fa notare che lui si sarebbe dimesso mentre Silvio Berlusconi no. «Non confondiamo le mele con le pere. Intanto Marrazzo non si è dimesso ma autosospeso, attraverso un istituto che non esiste nella legislazione nè nazionale nè regionale. Inoltre io esprimo la mia solidarietà soprattutto alla famiglia, perchè non accetto che qualcuno, per rispetto alla propria libertà, senta di essere il diritto di mettere in discussione la famiglia e di portare in casa anche malattie». «Ognuno può fare invece ciò che crede rispetto ad un rapporto interrotto: il premier aveva diritto a ricostruirsi una sfera sentimentale di fronte ad un rapporto interrotto. Marrazzo si è recato invece in luogo dichiaratamente riservato alla prostituzione, arrecando alla sua famiglia tutti i problemi chimici ed epidemiologici collegati».

Bindi: ancora aspettiamo l'autosospensione da Berlusconi. «In due giorni Piero Marrazzo ha raccontato la verità e ha separato la sua vicenda privata dalle responsabilità pubbliche e dal centrosinistra che nel Lazio ha ancora la maggioranza. Dal centrodestra stiamo ancora aspettando che Berlusconi dica la verità e che si autosospenda». Lo afferma Rosy Bindi, vicepresidente della Camera e deputata del Pd.

Montino: non è autosospensione, ma sospensione per motivi di stress. Il vice presidente della Regione Lazio Esterino Montino sottolinea che Marrazzo «non si è autosospeso perché questa formula non esiste nello Statuto del Lazio». SI tratta invece dell'applicazione dell'«articolo 45 dello Statuto che al comma 2 prevede testualmente che il vicepresidente sostituisce il presidente in caso di assenza o impedimento temporaneo». «Mi sembra di tutta evidenza che il presidente Marrazzo si trovi oggi in una situazione di stress psicofisico tale da non permettergli di svolgere serenamente il proprio lavoro, visto che è stato oggetto di un ricatto spregevole» aggiunge. «La Regione Lazio, lo dico al sindaco Alemanno, - conclude - è nel pieno delle sue funzioni istituzionali e amministrative e questo è un fatto positivo anche per il Comune di Roma».

«La procedura di impedimento temporaneo delle funzioni da parte del presidente della Regione è lo strumento che porterà a istruire il percorso delle dimissioni» commenta il presidente della commissione Affari costituzionali e statutari del Consiglio regionale del Lazio Alessio D'Amato.

Zingaretti: da lui lezione di stile. «Con la sua decisione Marrazzo ha dato una grande lezione di stile perchè in 24 ore ha preso atto che un uomo politico e pubblico deve tenere in considerazione i suoi comportamenti privati». Lo ha detto il presidente della Provincia di Roma, Nicola Zingaretti. «Trovo semplicemente ridicolo e irritante che uomini del centrodestra abbiano da ridire, perchè la vita dell'amministrazione regionale non è in nessun modo compromessa da una vicenda privata come questa. Si tratta comunque di avere un atteggiamento responsabile per portare a compimento alcuni temi per il bene di tutti». «Non bisogna confondere - ha concluso Zingaretti - il gesto di responsabilità della gestione di una situazione delicata con altro. Irresponsabile è chi non coglie questa grande serietà, unica nel suo genere nel paese».

Di Carlo: Piero è parte lesa. «Mi sembra che sia partito lo squallido tentativo di trasformare una vittima in colpevole. Mi piacerebbe che non si dimenticasse mai che Piero Marrazzo è parte lesa di un tentativo di ricatto e di violenza da parte di presunti colpevoli. L'autosospensione non è uno squallido trucco o un artificio. E ' il dramma umano e personale di un individuo che in questo momento ritiene di non possedere le condizioni per esercitare il mandato di presidente della regione Lazio e di commissario della sanità. Credo che bisognerebbe rispettare questa decisione, tanto più che questa autosospensione è stata accompagnata dalla decisione, non solo di dare le dimissioni, ma anche di ritirarsi dalla politica. Credo che né lui, né la sua giunta, ne la sua maggioranza, né le persone che gli sono vicine abbiano tempo e voglia di escogitare giochetti. Noi siamo sconvolti per ciò che è accaduto, e vicini all'uomo Marrazzo e non abbiamo la fantasia per escogitare alcunché al fine di rinviare di 45 giorni le elezioni regionali. Se da questo punto di vista si ritiene che anticipare le elezioni regionali di 45 giorni sia una esigenza di rispetto della democrazia, questo sì, sembra essere un trucchetto». Lo dichiara, in una nota, Mario Di Carlo, assessore regionale.

Per il presidente dei Verdi Angelo Bonelli «la gazzarra che in queste ore alcuni esponenti del centrodestra stanno facendo affinché nella Regione Lazio non si voti nella data già stabilita dal ministro dell'Interno ma a febbraio è semplicemente strumentale perché significherebbe, secondo la legge, anticipare il voto di soli trenta giorni. Questo poi porterebbe solo ad abbandonare l'election day di marzo con un grave aumento dei costi per lo Stato».

Nanni Moretti: ha fatto bene ad autosospendersi. Il a Sky tg24 ha aggiunto: «Ho una testa che mi impedisce di pensare ai complotti». Quando gli è stato chiesto «lei non fa dietrologia», «questa brutta parola l'ha usata lei» ha risposto il registra, come in una scena del film Palombella rossa in cui Moretti aggrediva una giornalista per il linguaggio che usava.

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