I NODI FINANZIARI
Poi, però, toccherà alle scadenze fissate per legge: la prima, di gran lunga la più impegnativa, è quella del bilancio di previsione 2013, che dovrà dare l’impronta del nuovo corso. Sarà tutt’altro che una passeggiata: sui conti del Campidoglio, già oberati da un debito pesantissimo, si sono abbattuti i continui tagli ai trasferimenti dallo Stato agli enti locali decisi negli ultimi anni. La giunta uscente aveva valutato in 279 milioni di euro la riduzione di spesa da mettere in cantiere per quest’anno, ma i conti finali si faranno nelle prossime settimane. Poi c’è il nodo degli investimenti, bloccati dai rigidi vincoli del patto di stabilità. Eppure Roma ha disperato bisogno di rimettere in moto i cantieri, per dare ossigeno all’economia e per vincere battaglie sempre più urgenti, come quelle della manutenzione di strade e scuole. Senza contare che l’amministrazione Marino dovrà decidere de ratificare o modificare le decisioni prese dall’esecutivo di Gianni Alemanno: dall’Imu a Equitalia, fino al quoziente familiare.
LE QUESTIONI APERTE
Nei prossimi mesi ci saranno altri snodi importanti per lo sviluppo della Capitale prossima ventura. In primis la questione rifiuti. A fine giugno è prevista la chiusura della discarica di Malagrotta e va individuata l’area dove sistemare l’impianto provvisorio. È probabile che ci siano altri due mesi di proroga, ma per la fine dell’estate Campidoglio e Regione dovranno sciogliere le riserve su una questione che ha già provocato mesi di feroci polemiche. E la decisione finale non sarà indolore. Collegata alla questione dello smaltimento dei rifiuti c’è quella della raccolta differenziata: archiviata la campagna elettorale, ora il nuovo sindaco dovrà mettere in campo iniziative concrete per toccare quegli standard europei indispensabili per evitare, in futuro, l’emergenza rifiuti nella Città eterna.
IL REBUS ATAC
Entro fine anno entreranno in servizio la prima tratta della linea C, da Pantano a Centocelle, e il prolungamento della B1 fino a piazzale Jonio. Sarà l’occasione per dare una svolta alla mobilità di due importanti quadranti di Roma, ma anche il momento per riorganizzare una grossa fetta del trasporto di superficie cittadino: un compito non da sottovalutare, dopo il disastro dei primi mesi di attività della B1, la scorsa estate. Tutto ciò si innesta in una situazione del trasporto pubblico molto complicata: l’Atac non ha ancora definitivamente imboccato la strada del risanamento, nonostante i continui cambi al vertice degli ultimi anni. Adesso la nuova amministrazione capitolina dovrà confrontarsi da una parte con la cittadinanza che, a causa della crisi, si affida sempre più al trasporto pubblico, dall’altra con un’azienda in forte difficoltà su tutti i fronti: dal parco mezzi al numero di autisti e macchinisti a disposizione per il servizio.
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