Madre e 2 bimbi trovati morti in casa
scoperti dal marito al ritorno dalla partita
Potrebbero essere stati sgozzati

Cristina Omes, la vittima con il marito Carlo Lissi
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Domenica 15 Giugno 2014, 10:28 - Ultimo aggiornamento: 16 Giugno, 05:17

Potrebbe avere in tempi brevi un colpevole e un perch il triplice omicidio che ha scosso Motta Visconti (Milano), cittadina agricola tra Milano e Pavia, e che ha distrutto una famiglia intera, con una madre e i suoi due figli trovati uccisi nella loro abitazione. Un delitto efferato, spietato, che ha creato «angoscia» perfino degli inquirenti. La donna, Cristina Omes, di 38 anni, e i due piccoli, Giulia e Gabriele, di 5 anni e di 20 mesi, sono stati sgozzati e sui loro corpi ci sono numerose altre lesioni che non fanno escludere un accanimento.

A trovarli è stato il padre, Carlo Lissi, di 31 anni, rincasando dopo la partita dell'Italia che aveva visto con altri amici, in paese. L'uomo è stato sentito per parecchie ore, e nei suoi confronti al momento non è stato emesso alcun provvedimento, anche se è rimasto «volontariamente» a disposizione degli investigatori che non hanno mai smesso di confrontare le sue dichiarazioni con quelle di parenti e testimoni, richiamandolo più volte in caserma. Il Procuratore capo di Pavia, Gustavo Cioppa, pur premettendo che «nessuna pista al momento è esclusa e che non ci sono indagati» ha però aggiunto che «gli accertamenti procedono a ritmi serrati» facendo intendere che nelle prossime ore potrebbero emergere piste precise se non dei fermi.

La coppia e i bambini vivevano in una villa nella zona residenziale di Motta Visconti, all'angolo tra via Di Vittorio e via Ungaretti, su un solo piano e con un grande giardino davanti, che è di proprietà della famiglia di lei, che gestisce un negozio di frutta e verdura. Cristina, in particolare, era conosciuta da tutti perchè originaria del paese: «Lavorava come impiegata alle assicurazioni Sai - dice un residente - e prima del secondo figlio faceva la volontaria in Croce Rossa».

Il marito, invece, un consulente informatico, lavorava a Milano. Nella casa la scena apparsa ai soccorritori, intorno alle 2 della scorsa notte, è stata raccapricciante: sangue ovunque e i corpi della bambina nella sua cameretta, del piccolo nel letto matrimoniale e della donna, in soggiorno, martoriati. La cassaforte aperta e i contanti in essa contenuti, una cifra di non particolare entità, pare, spariti, ma senza segni di effrazioni evidenti sul forziere o sulla porta. Forse una messinscena.

Al momento, però, non sembra che negli ambienti investigativi si dia molto credito all'ipotesi «esterna» cioè di una sanguinosa rapina, ma l'accanimento e l'assassinio del bimbo più piccolo, avrebbero fatto propendere i carabinieri di Milano, che conducono le indagini, verso un ambito privato. In queste frenetiche ore si stanno ricostruendo i legami famigliari e le amicizie, sentendo i testimoni, che per tutto il giorno sono stati convocati in caserma a Motta e ad Abbiategrasso (Milano). Tra essi gli amici con cui il marito della vittima ha visto la partita dei Mondiali in televisione, la madre di lei, la cognata di lui e alcuni vicini che potrebbero aver udito delle grida.

A mancare, oltre all'arma del delitto (ma si attendono alcune comparazioni su alcuni oggetti definiti «compatibili) è il movente, per trovare il quale si sta scavando nei rapporti privati della coppia, apparentemente buoni anche se alcuni testimoni invece avrebbero raccontato ai giornalisti di gravi problemi. Stamattina, nella villa in via Ungaretti, è previsto un sopralluogo del Ris (Reparto investigazioni scientifiche) di Parma che, sulla scena già 'cristallizzatà dagli investigatori, dovrà compiere una seconda serie di più approfondite analisi.

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