La tecnologia cambia musica

La tecnologia cambia musica
di Costanza Ignazzi
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Venerdì 16 Ottobre 2015, 10:40 - Ultimo aggiornamento: 12:49
Tecnologia sì, ma a ritmo di musica. La terza edizione di Maker Faire Rome potrà contare su un sottofondo, è proprio il caso di dirlo, degno di “nota”. Negli spazi della Sapienza anche la musica sarà protagonista: con le invenzioni dei makers musicali, ovviamente, ma anche con l’iniziativa Maker Music, realizzata in collaborazione con l’etichetta Sugarmusic: laboratori interattivi e performance di oltre venti artisti del calibro di Don Pasta, Joycut, Yakamoto Kotzuga e Caterina Caselli. Alla Maker Faire meccanica e suoni si incontrano, si studiano, si fondono dando vita a ritmi sperimentali e strumenti nati dalla fervida immaginazione di chi ha voluto cercare nuovi significati per il concetto tradizionale di “musica”. I PROTAGONISTI Come Laurent Bernadac, francese, violinista e ingegnere meccanico, creatore insieme a Géraldine Puel del “3Dvarius”, violino elettronico realizzato con una stampante 3D e ispirato a un vero Stradivari. Un’invenzione nata da un’esigenza concreta: suonare musica jazz. «Per tre anni ho sperimentato diversi materiali – racconta – cercando di realizzare un violino che superasse i difetti degli strumenti tradizionali. Con il 3D sono riuscito a realizzare un modello di design che producesse onde sonore migliori e, soprattutto, più bassi». Bando al superfluo e occhio all’estetica: il 3Dvarius è minimalista, moderno e ultraleggero (solo 450 grammi). «Abbiamo tolto tutti gli elementi che non erano necessari – spiega Bernadac – risultato: è estremamente maneggevole e con un design unico nel suo genere». Lo scopo della musica del futuro, secondo il maker francese, è proprio questo: personalizzare gli strumenti tradizionali, crearne di nuovi che possano produrre suoni diversi e migliori. Ma anche far volare la fantasia: a Maker Faire chitarre e fisarmoniche suonano da sole nei prototipi di Alberto Passeri e del M@P Group - Musica, Elettronica e Passione dell’I.T.T. Marconi di Campobasso, la “vecchia” arpa diventa un coloratissimo insieme di “corde” virtuali nel progetto del Fablab di Ivrea e girando per gli stand ci si può facilmente imbattere in una vera e propria orchestra di robot. È quella realizzata dalla berlinese Kolja Kugler: si chiama “One love machine band” ed è composta da bassista, batterista e “uccellini” flautisti. Non solo, c’è anche il manager, il robot Sir Elton Junk, che diverte gli spettatori con i suoi sketch. Il pubblico è protagonista e la tecnologia trasforma la musica in un’esperienza interattiva: sul palco del Maker Music i romani Akes e WSHT daranno a chi guarda la possibilità di modificare la loro performance attraverso un controller. Tutti musicisti, quindi, grazie anche a Tersìphoné, il pavimento interattivo realizzato da Concetta Cucchiarelli e Stefano Di Pietro: basta muoversi per produrre suoni, all’inizio esplorando, poi componendo vere e propriemelodie.

costanza.ignazzi@ilmessaggero.it
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