Wilbur, un maialino per amico: padrona lo tiene in casa per terapia ma la legge di New York lo vieta

Wilbur, un maialino per amico: padrona lo tiene in casa per terapia ma la legge di New York lo vieta
di Giacomo Perra
2 Minuti di Lettura
Venerdì 4 Luglio 2014, 17:20 - Ultimo aggiornamento: 18:45

Da “Porky” a “Peppa Pig”, passando per il coraggioso “Babe”, ce n’eravamo accorti un po’ tutti: basta poco per affezionarsi a un maialino. C’ chi per non ha avuto bisogno della finzione televisiva o cinematografica per entrare in comunione sentimentale con un esemplare del mondo suino:

provate a chiedere a Nadine Darsanlal, ex veterana della Marina militare americana, come si trovi con il suo Wilbur? Wilbur, per intenderci, è un simpatico maialino dalla pelle grigia e per mestiere - si fa per dire - ogni giorno tiene compagnia alla sua padrona, Nadine, appunto.

Quella di Wilbur, comunque, è una compagnia un po’ speciale, terapeutica: la Darsanlal, infatti, è affetta da una meningite batterica contratta in servizio. Con l’animale, la donna vive in un appartamento di New York , zona Queens, e se non fosse per lui, le sue giornate sarebbero ancora più difficili. Wilbur, guinzaglio d’ordinanza legato al collo, ad esempio, l’accompagna nelle sue passeggiate, non lesinando mai la sua piccola ma grande dose d’affetto di forte impatto psicologico. Una pet-therapy sui generis ma efficace, quindi, che però è stata messa in discussione dal dipartimento sanitario di New York. Un giudice della Grande Mela ha comminato a Nadine una multa di 500 dollari, che l’ex veterana sarà con ogni probabilità costretta a pagare, per possesso illegale di animali. Nello Stato di New York, d’altronde, per motivi igienici, una legge vieta di tenere suini in casa e poco importa che siano parte di un progetto sanitario terapeutico.

Se non eviterà la contravvenzione alla donna, il clamore suscitato nei media americani dalla storia di Wilbur e Nadine ha contribuito almeno ad accendere un forte dibattito sul tema. Sono tanti, infatti, i Wilbur d’America che non possono prestare la loro preziosa opera a causa delle normative statali. L’anno scorso una famiglia newyorchese, la famiglia Forgione, colpita dal lutto della morte di Petey per la cui elaborazione fu fondamentale l’apporto di un omonimo maialino, lottò con tutte le sue forze per cercare di far modificare la legge. Non ci è riuscita ma chissà, non è detta l'ultima parola.