M5s, Grillo avverte i suoi: se mi dimetto scomparite

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Venerdì 30 Maggio 2014, 09:09 - Ultimo aggiornamento: 09:10
Il tab infranto: le dimissioni del Capo. Nel movimento ora c’ chi le evoca. Per dire che no, che Beppe non deve lasciare. Ma tant’è, appunto: il tabù è rotto. Il blog ne discute. I senatori le escludono. Lui, Grillo, mette le mani avanti «Grillo e Casaleggio restino dove sono, ma facciano spazio anche ad altri», scrive il professore Aldo Giannulli sul blog di Grillo in un post dal titolo «Grillo non deve dimettersi». «Il M5s rafforzi l'immagine di forza politica propositiva capace di tradurre la sua spinta antisistema in obiettivi parziali, concreti e perseguibili. La strada è lunga. Il M5s ha preso una battuta d'arresto, non una sconfitta definitiva». Un’autodifesa sul blog del leader che sa tanto di avvertimento ai ribelli.



«Si stanno levando molte voci che chiedono le dimissioni di Beppe (ho visto una dichiarazione in questo senso anche di parlamentari del M5s o ex del movimento), anche in questo blog ci sono interventi che vanno in questo senso e qualche autorevole amico me lo ha scritto in una mail privata.



Tutti, più o meno, ricordano la frase con cui Grillo diceva che si sarebbe ritirato se non avesse vinto. Bene, allora discutiamone», esordisce Giannulli. «In primo luogo: dimettersi da cosa? Grillo non ha cariche formali nel M5s, non ne è il segretario. Per cui la richiesta di dimissioni può significare solo che deve smettere di parlare e magari chiudere il suo sito. Mi sembra una richiesta eccessiva», sottolinea il professore. «Se Grillo si ritirasse oggi il M5s non reggerebbe e sarebbe, il rompete le righe», aggiunge chiarendo così il vero retropensiero grillino. Ovvero: dopo di lui il diluvio. Altro che «uno vale uno». Poi c’è l’altro aspetto, quello della successione sì ma dinastica, ad accendere ulteriormente gli animi dei pentastellati.



DYNASTY

Serpeggia il timore di una vera e propria Dinasty in casa M5S, dopo le immagini che ritraggono il figlio di Casaleggio, Davide, in missione a Bruxelles con Grillo per l'incontro con Farage. «Dopo Marina Berlusconi, abbiamo Davide Casaleggio. Anzi, ”Pierdavide”», ironizzano. E subito il nomignolo rimbalza sui telefonini, nella chat aperta ai soli dissidenti. Chi non ha voglia di scherzare è Currò, livido in volto. «Sì, sono un po’ ansioso - ammette - e comunque se io mi dimetto torno a casa, in Sicilia. Io sono una persona seria».