Libia, Khalifa Haftar, il generale in pensione che vuole salvare il paese dagli islamisti

Khalifa Haftar
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Domenica 18 Maggio 2014, 20:32 - Ultimo aggiornamento: 23:29
Si presenta come il salvatore della Libia dal caos e dai gruppi integralisti islamici, ma non tutti hanno fiducia in lui e in molti lo temono. È Khalifa Haftar, generale in pensione che, secondo alcuni, potrebbe essere all'origine dell'attacco di oggi contro il parlamento di Tripoli e che ieri ha lanciato a Bengasi una sanguinosa azione contro gruppi «terroristi».



Il generale, 71 anni, proveniente dai ranghi dell'accademia militare di Bengasi, si è formato nell'allora Unione Sovietica e ha partecipato al colpo di stato del 1969 che portò al potere Muammar Gheddafi. Durante la guerra tra Libia e Ciad (1978-1987) Haftar, alla testa di un'unità, viene fatto prigioniero dall'esercito di N'djamena e sconfessato dal Colonnello. Secondo Tripoli, il generale non faceva parte delle sue truppe.



È a questo punto che entrano in campo gli Stati Uniti. Lo liberano con un'operazione dai contorni non chiari e gli concedono asilo politico. Negli Usa si unisce ai ranghi della diaspora libica, mentre sono in molti, a partire da Gheddafi, ad accusarlo di essere un agente della Cia.



Dopo vent'anni di esilio, rientra a Bengasi nel marzo 2011, poco dopo lo scoppio della rivolta contro il Colonnello, e viene nominato capo delle forze di terra dal Consiglio nazionale di transizione (Cnt), braccio politico della ribellione. Ai suoi ordini ci sono molti ufficiali del regime che hanno abbandonato Gheddafi.



Ma le autorità del governo di transizione non hanno in lui completa fiducia. Lo considerano ambizioso, avido di potere e temono che punti alla leadership di una nuova dittatura militare. Una feroce rivalità lo oppone al generale Abdel Fatah Younes, comandante militare della ribellione assassinato in circostanze mai chiarite nel luglio 2011, mentre diviene sempre più evidente il largo sostegno di cui Haftar gode tra i militari dell'ex regime.



Poco dopo la caduta di Gheddafi, 150 tra ufficiali e sottufficiali lo nominano capo di stato maggiore, tentando di mettere il Cnt davanti al fatto compiuto. Una nomina che, comunque, non viene mai ufficializzata.



Nelle sempre più rare apparizioni pubbliche, il generale critica sistematicamente le autorità, da lui accusate di aver marginalizzato gli ex ufficiali di Gheddafi anche quando sono passati rapidamente nelle file della ribellione.



In febbraio Haftar alza i toni e diffonde sul web un video nel quale annuncia una «iniziativa» contro il governo di transizione, che molti giudicano il manifesto di un colpo di stato.