Libia nel caos: attacco al Parlamento. Il governo: è un golpe

Truppe di Tripoli nella zona del Parlamento
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Domenica 18 Maggio 2014, 20:02 - Ultimo aggiornamento: 20 Maggio, 08:27

Parlamento evacuato, deputati costretti a scappare. Dura offensiva dell'ex generale in pensione Khalifa Haftar contro quelli che lui stesso definisce protettori degli islamisti. Scontri anche a Bengasi, dove nella giornata di ieri si sono registrati 79 morti e 140 feriti. Chiuso l'aeroporto da venerdì.

L'attacco al parlamento libico è stato sferrato dalle milizie di Haftar, ora a capo di un esercito paramilitare dotato anche di aerei e elicotteri, che hanno costretto i deputati a fuggire. Il suo portavoce ha dichiarato che «l'obiettivo dell'attacco sono gli islamisti che proteggono le milizie estremiste che stanno affliggendo la nazione». Secondo un deputato l'attacco sarebbe stato sferrato da uomini armati in abiti civili. Testimoni assicurano che apparterrebbero alle potenti brigate Zintan che controllano diverse zone sulla strada per l'aeroporto, a sud della capitale.

Poco prima che iniziassero gli scontri davanti alla sede del Parlamento e che i suoi uffici venissero evacuati il neo premier Ahmed Mitig aveva formato il nuovo governo, che attendeva solo l'approvazione attraverso il voto di fiducia.

«Prima che la situazione sfugga al controllo e la Libia imbocchi la strada della conflittualità in modo irreversibile, la comunità internazionale, dall'Ue all'Onu, mobiliti ogni strumento diplomatico affinché la transizione verso la democrazia si compia con il coinvolgimento di tutte le parti». Così il ministro degli Esteri Federica Mogherini.

La Libia dunque ripiomba nel caos con l'offensiva sferrata da Haftar, che ha lanciato i suoi uomini contro le milizie integraliste islamiche, definendole gruppi di terroristi. Il risultato è stato un durissimo scontro ieri con un bilancio - ancora provvisorio - di 79 morti e oltre 140 feriti.

Il governo di Tripoli ha gridato al colpo di Stato con un comunicato congiunto di governo, parlamento e esercito, letto dal presidente del Congresso generale nazionale (Cng, parlamento) Nouri Abou Sahmein, nel quale l'attacco compiuto da Haftar viene definito «al di fuori della legittimità dello stato», un vero e proprio «colpo di stato».

Intanto l'esercito regolare libico ha dichiarato una zona di esclusione aerea su Bengasi (est), minacciando di abbattere qualunque aereo militare sorvoli l'area. Lo stato maggiore dell'esercito, si legge in un comunicato reso noto dall'agenzia libica Lana, «dichiara Bengasi e le sue periferie zone di esclusione aerea, fino a nuovo ordine».

Haftar, che dopo vent'anni negli Stati Uniti era tornato in Libia nel 2011 e aveva partecipato alla rivolta contro il regime di Muammar Gheddafi, ora è a capo di un cosiddetto «esercito nazionale» e afferma di agire di sua iniziativa, ma al suo fianco vi sono molti ufficiali e soldati dell'esercito regolare di Tripoli e a sua disposizione ha armamenti governativi.

L'attacco, dopo che i bombardamenti e i combattimenti dell'atro ieri nel centro della città dell'est libico hanno lasciato sul campo almeno 37 morti e oltre 150 feriti, è proseguito sabato e, stando alle parole di Haftar, non si fermerà. «L'operazione militare - ha assicurato - continuerà fino a ripulire Bengasi dai terroristi».

Secondo alcuni esperti l'obiettivo del generale in pensione è partire da Bengasi per prendere il potere in Libia con un colpo di stato. Altri ritengono invece che possa essere l'uomo forte in grado di eliminare una volta per tutte i gruppi fondamentalisti e jihadisti che le autorità di transizione di Tripoli finora non sono riuscite neppure a indebolire.