Lazio, ultima chiamata
per chiudere bene il 2013

Lazio, ultima chiamata per chiudere bene il 2013
di Gabriele De Bari
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Sabato 21 Dicembre 2013, 19:25 - Ultimo aggiornamento: 22 Dicembre, 15:26
Comincia in casa del Verona il ciclo terribile della Lazio: 4 trasferte e Inter, Juventus e Roma all’Olimpico. I gialloblu di Mandorlini hanno trasformato il Bentegodi in un autentico fortino, dove hanno costruito la straordinaria classifica, conquistando 21 punti in 8 gare. Soltanto la Juventus ha fatto meglio della formazione scaligera. Un dato che, da solo, basta a far capire la pericolosità di questo avversario tanto forte e temibile al Bentegodi, quanto fragile in trasferta. La Lazio, che fuori casa ha raccolto appena 4 punti in 8 incontri, prova a bissare l’unico successo esterno del 2013 che risale al maggio scorso, contro l’Inter. L’inveterata idiosincrasia per le trasferte ha penalizzato tutto l’andamento della squadra, facendola scivolare nelle posizioni di rincalzo e cambiando persino il tiro delle ambizioni.

Quella veronese sarà quindi l’ultima occasione dell’anno solare per tornare a vincere lontano dall’Olimpico. E, come ormai accade da oltre un mese, potrebbe anche essere l’ultima volta di Petkovic, ormai sotto esame a ogni giornata di campionato. Anche se il destino dell’allenatore bosniaco appare già segnato, ci tiene molto a chiudere il 2013 con un successo. «Vogliamo finire bene l’anno e ritrovare la positività nell’ambiente. Il Verona è la rivelazione del torneo, una miscela di elementi giovani e di esperti che ha ottenuto risultati davvero importanti mentre a noi mancano sei-sette punti». Per Petkovic non è ancora tempo di bilanci. «Adesso bisogna soprattutto pensare a raccogliere il massimo da questa sfida insidiosa. Dobbiamo prenderla in mano, dominarla e vincerla». La facile affermazione sul Livorno ha restituito un pizzico di serenità ma la classifica è ancora anonima e serve un’immediata conferma per poter parlare di fine del periodo critico. Petkovic è consapevole che il suo futuro non sarà nella Lazio e, per il congedo, ha deciso di affidarsi ancora alla vecchia guardia, lasciando da parte i giovani. Dai veterani ci si attende un segnale forte, una prova di spessore, che possa mettere fine al tabù-trasferta e restituire al gruppo piena credibilità.
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